
La Concordia era arrivata a Genova dall’isola del Giglio il 27 luglio 2014 quando fu ormeggiata alla Diga Foranea del porto di Pra'-Voltri per la prima fase della demolizione. Poi a maggio dello scorso anno arrivò il trasferimento al molo Ex Superbacino. Ora l’ultimo capitolo di una storia che va a intrecciarsi con la questione delle emissioni generate da attività come quelle delle riparazioni navali.
Un questione portata avanti dal Comitato Porto Aperto e seguita passo passo da Primocanale.it, che ha reso noti i dati emersi da un'indagine effettuata dallo stesso Comitato. Secondo il report, le riparazioni navali starebbero inquinando Genova e sarebbero una fonte di pericolo per la salute dei genovesi, data l'alta presenza di sostanze tossiche riscontrate nell'aria del capoluogo ligure.
Ma c'è di più. Come ha sottolineato a Primocanale l'avvocato Roberto Righi, legale dello studio Morbidelli di Firenze: "La demolizione della Concordia è avvenuta in anticipo rispetto all’entrata in vigore del regolamento comunitario sul riciclaggio di navi e probabilmente non sarebbe potuta avvenire come è avvenuta perché non è stata fatta una valutazione ambientale strategica".
Sul tema sollevato dal Comitato Porto Aperto si è espresso di recente anche il Tar, che - pur respingendo il ricorso - ha riconosciuto la legittimità dei dati presentati e ha tirato un po' le orecchie alla politica per non aver ascoltato i cittadini. Una sentenza che potrebbe avere risvolti importanti nel prossimo futuro e che in ogni caso impegna il sindaco Doria per la tutela della salute pubblica.
IL COMMENTO
La Costituzione, Salis in Lottomatica e la politica di cui non puoi fidarti
Ti ricordi Bilancia? 17 omicidi in sette mesi di terrore