Da oltre un anno dico quello che si sarebbe dovuto fare, ma il "Protezionismo delle banchine" ha cercato in tutti i modi di aggirare ogni ostacolo e anticipare l'entrata in vigore di leggi e regolamenti anche sotto il commissariamento di un Ammiraglio.
Il Collegio dei revisori aveva avvisato preventivamente tutti, direi con tale chiarezza che avrebbe dovuto spingere il Comitato portuale di Genova a desistere da delibere avventate. Invece no: addirittura all'unanimità, l'ultimo Comitato, sotto la regia del neo segretario Carena, ha approvato una delibera dalle mille interpretazioni. Infatti, i giornali e anche i siti specializzati hanno di fatto capito che le proroghe delle concessioni sono state varate e questo è stato il messaggio che la comunità portuale voleva passasse, come si può constatare da certe dichiarazioni del presidente di Confindustria Giuseppe Zampini. Se si ha la pazienza di andarsi a rileggere quanto ho scritto in quei giorni (guarda qui), in controtendenza al verbo comune, si può osservare come dissentissi da quella strana soddisfazione generale, originata dall'aver fregato di pochi giorni l'ingresso della nuova legge e l'arrivo del regolamento.
Ma i revisori lo avevano detto a chiare lettere di non essere d'accordo su una procedura così furbesca e contraria a tanti pronunciamenti, per cui ora faranno solo quanto hanno preannunciato: denunceranno l'ammiraglio Pettorino, il sindaco Doria, il rappresentante della Regione Liguria, il Presidente della Camera di Commercio e tutti i membri del Comitato portuale per la delibera adottata con il loro parere preventivo contrario. Aggiungo io: un parere ben motivato, con tanto di riferimento alla "sentenza" del Consiglio di Stato.
Ora iniziano le marce indietro e i distinguo, come mi sono sentito dire in questi giorni: "Noi non abbiamo deliberato alcune proroga delle concessioni, abbiamo solo inviato i documenti al Ministero dei Trasporti (Mit) per sapere che cosa dobbiamo fare".
Anche qui, però, la questione è un po' strana. Perché in realtà non si capisce che cosa c'entri, al momento, il Mit, che difatti avrà una sola alternativa. Primo: non risponde, perché se il Comitato portuale ha adottato la delibera applicando il Codice della Navigazione, l'invio della delibera è improprio in quanto non occorre alcuna approvazione del Ministero.
Secondo: il Mit risponde, ma solo per dire che se il Comitato portuale ritiene di assegnare le proroghe lo deve fare senza chiedere alcun placet al Ministero, il quale ha sempre invitato in modo informale l'Autorità portuale ad attendere l'entrata in vigore della nuova legge e del regolamento della 84/94, notoriamente in dirittura di arrivo, prima di prevedere un coinvolgimento del Ministero.
Tradotto, tutto questo significa che se il Mit risponderà lo farà per invitare il Comitato ad assumersi in ogni sede la responsabilità delle proprie decisioni e per chiarire che potrebbe esprimere un parere solo dopo l'entrata in vigore del regolamento, che detterà proprio modalità e condizioni delle proroghe o delle gare da espletare in vista delle varie scadenze.
Certo, resta misterioso come a pochi giorni dall'entrata in vigore della legge sia stato possibile prendere decisioni di straordinaria amministrazione dal Comitato portuale, addirittura all'unanimità e senza che nessuno valutasse, a partire dall'Ammiraglio Pettorino per arrivare al sindaco Doria, al presidente della Camera di Commercio Odone e a tutti gli altri membri, le conseguenze di tutto ciò, anche alla luce del parere contrario dei revisori.
Il problema nasce da come è stata scritta la delibera, perché essa non dice solamente "chiusa la fase istruttoria sulla richiesta di proroghe", ma tenta di lasciare aperta ogni ipotesi e possibilita' di interpretazione e di azione. Compresa quella del rinnovo. Ma siccome una certa consapevolezza della marachella c'è, con l'invio del provvedimento al Mit sia Pettorino sia il Comitato tutto cercano di avere una copertura e uno scarico di responsabilità che, però, dubito arriverà, a meno che il Mit non voglia entrare nella vicenda genovese pur senza avere, al momento, alcun ruolo.
Ribadisco la mia convinzione: queste delibere sono di straordinaria amministrazione, non sono competenza di un Commissario né di un Comitato di fatto decaduti, non si deve ingessare il futuro del porto di Genova prima che arrivi il nuovo Presidente ed entrino in piena operatività i nuovi organi amministrativi, non si devono anticipare proroghe senza avere una visione complessiva anche in riferimento all'accorpamento con Savona, non devono essere prese decisioni in mancanza del regolamento che sta per essere presentato.
Tutte le altre posizioni viste in questi mesi, e culminate nella delibera contestata, restano per me solo tentativi di aggirare le nuove norme che stanno per entrare in vigore, a tutto vantaggio di quel sistema protezionistico che ha portato Genova al fallimento.
*Senatore Maurizio Rossi, Componente della Commissione trasporti
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