Alle due tutti a casa. O forse no. Proibito 'fare after' per la movida di Genova, almeno per quanto riguarda l'aspetto commerciale. Così prescrive la famigerata ordinanza in vigore da maggio, che impone a tutti i locali dove si vendono alcolici di chiudere all'una in settimana e alle due il venerdì e sabato sera. Il seguito è ormai noto: commercianti inviperiti che fanno ricorso al Tar lamentando un danno ingiusto, dialogo tranciato con Comune e Municipio, tutta legna da ardere in campagna elettorale.
C'è da dire che adesso tutti rispettano le regole. I minimarket sono chiusi già alle 21, come prescrive il regolamento. Con buona pace degli aficionados che potevano fare riserva di alcolici a bassissimo prezzo fino a tardi. Gli altri esercizi si adeguano giudiziosi. Le saracinesche si abbassano già qualche minuto prima delle due. Le cameriere ritirano le sedie e iniziano a pulire i tavoli. Se qualcuno si attarda, lo si manda via. "Scusate, ma dobbiamo chiudere". La maggior parte del popolo notturno sciama verso casa.
Mentre gli ultimi clienti si allontanano, una fitta trama di bicchieri, cartacce, bottiglie rotte, scarti alimentari e spesso anche vomito funge da arredo urbano. Gli spazzini entrano in servizio già intorno all'una e raccolgono il possibile. Chiudere presto, insomma, non giova alla pulizia. Cosa succede, invece, sotto il profilo dell'ordine pubblico? Trenta minuti dopo l'ora fatidica, gli schiamazzi sono ancora la norma. Dalle finestre dei condomini si risponde con lamentele, urla e lanci di oggetti. È una specie di guerriglia. Con o senza locali aperti.
Il mattino dopo il nostro tour, un residente di piazza Sarzano ci segnala l'ennesima scorribanda da parte di giovani ubriachi, avvenuta intorno alle quattro. Un copione che si ripete spesso. Solo poche settimane fa gli abitanti si sono svegliati facendo la conta dei danni: auto ammaccate, aiuole distrutte, rifiuti ovunque. "Vengono qui da Albaro e Castelletto, ma noi ci siamo nati. Prima o poi qualcuno reagirà e passeremo dalla parte del torto", si lamentavano. Il clima non è dei migliori.
A vedere i risultati, restano molti i dubbi sull'efficacia del coprifuoco alcolico. Di sicuro c'è solo il malumore dei commercianti. "Proprio quando arriva la gente ci tocca mandare via tutti. Abbiamo diminuito le vendite. Per noi è un danno monetario, facciamo fatica ad arrivare a fine mese", racconta una giovane barista. Il titolare di un altro locale in zona San Bernardo sminuisce: "Queste chiusure anticipate ci penalizzano, non hanno senso e non risolvono nulla". E le proteste dei residenti? "Tutte balle. La situazione è molto più tranqulla rispetto a un anno fa". Punti di vista?
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