Albano, 68 anni, era uscito di casa mercoledì mattina in cerca di funghi. Passano le ore, si avvicina il tramonto e non fa più ritorno. La consorte e la figlia danno l’allarme. I soccorritori lo trovano nel bosco di Craviasco, a poche centinaia di metri da casa. Una scena macabra: il suo corpo a terra, decapitato. Vicino a lui non ci sono armi. Nessuna traccia della testa, come se qualcuno l’avesse portata via.
La primissima ricostruzione dei Carabinieri, che indagano sulla vicenda, parla di possibile morte accidentale. Ma gli esami del medico legale e i successivi accertamenti dicono altro: la testa è stata recisa di netto, forse con un grosso coltello. Sul collo vengono trovati residui di pallini esplosi da un’arma da fuoco. L’ipotesi dell’omicidio prende corpo e col passare delle ore diventa l’unica pista battuta dagli inquirenti.
Nel pomeriggio viene ricostruita la scena del delitto. Crocco sarebbe stato ucciso all'inizio del sentiero che porta nel cuore del bosco. Qualcuno gli avrebbe sparato uno o più colpi dritti sulla nuca. Una volta a terra sarebbe stato decapitato con un machete o qualcosa di simile, poi trascinato a terra per circa cento metri. Lungo il percorso sono state rinvenute tracce di sangue, il portafogli e il cellulare.
I militari, supportati dal Soccorso Alpino e dai cani molecolari giunti da Firenze, continuano a passare al setaccio i boschi della zona alla ricerca di indizi utili o almeno della testa recisa di Albano. Difficile credere che qualcuno volesse male al signor Crocco, in un paese dove tutti si conoscono e si frequentano. Un paese che adesso sprofonda nel terrore di avere un assassino sotto casa.
IL COMMENTO
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