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Dopo la prima riunione a Genova in tema di immigrazione
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La trilaterale Toti-Maroni-Zaia torna a riunirsi, e stavolta si parla di riforma costituzionale. I tre governatori di Liguria, Lombardia e Veneto - le regioni del Nord amministrate dal centrodestra - avevano aperto i lavori a Genova, dove hanno siglato una Carta con proposte unitarie al Governo in tema di immigrazione. 

Il tema ora si sposta sulla riforma Renzi, oggetto del referendum del 4 dicembre e sempre più crocevia politico a tutti i livelli, nazionale e locale. Una trilaterale che può cavalcare la burrasca del Pd, alle prese con la fronda Bersani-D'Alema che, anche dopo le aperture in direzione, tirano dritti col loro No.

No che verrà ribadito dalla trilaterale Lo-Ve-Li (acronimo delle tre regioni) in una conferenza stampa a Palazzo Lombardia, sede della Giunta regionale lombarda. 

ORE 12.45 - I tre governatori hanno firmato il documento. "I cittadini che votano a sinistra capiscano che non c'entra la politica. Nonostante il Sì di Confindustria, dobbiamo dire agli imprenditori quanto hanno da perdere, perché se passa il Sì tutte le politiche regionali a sostegno delle imprese non le potremo più fare", ha detto Maroni prima della firma.

ORE 12.40 -
 L'intervento del veneto Luca Zaia: "Noi non siamo sindacalisti delle Regioni, non difendiamo le nostre poltrone, stiamo facendo una battaglia di civiltà. La gestione centralista della scuola assomiglia a una repubblica delle banane. Il nostro modello è quello federalista della Germania, non centralista della Grecia". 

ORE 12.25 - Inizia il 'padrone di casa', Roberto Maroni: "Oggi è una bella giornata per il mondo delle autonomie che rappresentiamo con orgoglio". Continua il presidente ligure Toti: "È una giornata importante anche per la legge di stabilità che ancora una volta toglie agli italiani più deboli. Siamo in un momento complicato. Anticipa ciò che accadrebbe col Sì al referendum: svuotare le autonomie con un'ipersensibilizzazione. Sarebbe una frana verso il passato, contro quella cultura delle autonomie che si è sviluppata nella seconda repubblica. Questa riforma svuota tutte le istituzioni più vicine ai cittadini.

"Da quando si parla di spending review lo Stato ha risparmiato il 10%, le regioni il 30 e i Comuni il 40%. Il nostro documento contiene proposte per la governabilità ma anche per le autonomie. C'è un ulteriore bugia in questa riforma: se vince il No il paese va allo sbando in mano ai grillini. Non è vero: c'è un centrodestra che sta crescendo e che è pronto ad assumere la guida del Paese", ha concluso il governatore Toti.