
I titoli dei giornali e delle tv, gli attacchi degli avversari politici ma soprattutto quelli di parte dei suoi compagni di partito che, dopo la clamorosa sconfitta e la vittoria a sorpresa di Toti hanno pensato di avere una strada spianata per Montecitorio. La Lella fuori gioco, magari condannata e via, noi si va a Roma!
Ora tutto cambia. Doveroso che il partito per quanto sgangherato le restituisca l’onore e la piazzi in posti di primo piano nelle elezioni del 2018. La destinazione della consigliera regionale è Roma dove è già il marito, Luigi Merlo, entrato nel cerchio che conta del ministro Delrio.
Assoluzione che scombussola i piani di alcuni eminenti personaggi del Pd locale che speravano di fare le valigie per la capitale. Considerando che è abbastanza probabile che un posto sia riservato all’emissario di Renzi, David Ermini, la rosa dei possibili pretendenti si restringe. Considerando anche che in ballo c’è il potente ministro della Giustizia, Andrea Orlando, spezzino come la Paita.
Marca male dunque, per gli altri e se per caso il referendum dovesse essere sfavorevole al premier, la situazione in Liguria, alla periferia dell’impero diventerebbe spinosa. Senza contare che a agitare le acque ci si metteranno le comunali a Genova e a La Spezia.
Renzi, se vincerà, dovrà dare forti compiti al fido Lotti per agire risolutamente nella scelta di un candidato che non faccia scherzi, individuato direttamente dal presidente del consiglio e capo del partito. Se perderà, se ne infischierà di Genova e della Liguria come hanno fatto d’altronde alcuni dei suoi predecessori. E per noi saranno nuovamente tempi duri. Isolati e ignorati.
IL COMMENTO
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