cronaca

Marante (Cgil): "Siamo preoccupati, chiediamo chiarezza"
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L'inchiesta della magistratura sui cantieri del Terzo Valico continua crea ancora nuove preoccupazioni. Perché il temuto stop ai lavori creerebbe un disastro che va al di là del tema infrastrutturale: la caduta dell'occupazione. "Abbiamo appreso il tutto con profonda amarezza e preoccupazione - spiega Fabio Marante della Filea Cgil - È vero che per il momento nessun cantiere è stato sequestrato e quindi i lavori stanno proseguendo in maniera regolare. Ma è evidente che, quando ci si trova davanti a intercettazioni nelle quali si parla anche di materiali che servono a mettere in sicurezza l'opera, si auspica che si faccia chiarezza".

Le istituzioni si affrettano ad assicurare che non c'è rischio. Il commissario straordinario prenderà in carico la prosecuzione delle opere. Ma i sindacati non sono tranquilli: "Il rischio c'è. Se le aziende restano senza soldi ci sono 600 lavoratori a rischio, e parliamo solo dei diretti. Poi c'è tutto l'indotto", spiega Marante. Si tratta perlopiù di ditte edili, che rischiano di subire uno stop anche se non coinvolte dall'indagine. Il timore è che i "materiali di scarsa qualità" citati in alcune intercettazioni possano indurre verifiche strutturali che comporteranno un fermo di durata imprecisata. 

Questione parallela, quella della sicurezza:
"È evidente che un cantiere così complesso, il sindacato svolge un ruolo attivo. Ma noi non abbiamo nessuna titolarità per verificare la qualità dei materiali. Speriamo che si faccia chiarezza con rapidità e trasparenza per proseguire nel migliore dei modi. Ne va della sicurezza di tutti, non solo dei lavoratori".