politica

Al centro l'assistenza agli anziani e la carenza di personale
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"La sanità ligure rischia il caos" è il senso, ristretto, dell'accusa lanciata dai sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil, sulla riorganizzazione della sanità ligure, fase due, che dovrebbe essere varata a ore dal consiglio regionale.

"Oggi chiediamo di comprendere il senso di questa riforma quantomeno su alcuni temi tra i quali la necessità di intervenire sugli organici sottodimensionati degli operatori sanitari e il bisogno di integrazione socio sanitaria con la presa in carico del paziente in strutture di comunità legate al territorio attraverso l'attivazione di alcune sperimentazioni di modelli di presidio territoriale, liberando così gli ospedali e i pronto soccorso da una parte di attività improprie che ne condizionano negativamente l'operatività" dicono i confederali.

La Regione, che intanto annuncia un'intesa con l'Università degli Studi di Genova “per migliorare ulteriormente il servizio sanitario regionale, potenziando l’offerta formativa e allargandola alle diverse strutture sanitarie del territorio, dalle Asl agli ospedali pubblici e privati”, replica ai sindacati e alle opposizioni: "Abbiamo istituito il direttore socio sanitario che affiancherà il direttore sanitario il che significa integrazione ospedale-territori. In una regione di anziani, accompagnarli dall'ospedale al territorio, in rapporto coi Comuni e le altre strutture, è fondamentale. Inoltre verrà istituito il dipartimento interaziendale per coordinare varie realtà, limitando la burocrazia e lasciando i servizi sul territorio".

Sulla carenza di personale, l'assessore Viale ha ricordato il prossimo anno, il concorsone per infermieri che porterà ossigeno, a breve, con iniziali cento ingressi e poi successivi cento in tutta la Regione.
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