
Intanto si scava nella vita del poliziotto per capire come mai abbia maturato una decisione simile. A quanto pare avrebbe chiesto anche un terzo prestito a una finanziaria sempre con il sistema della rateizzazione. Ma quello che non si spiegano gli inquirenti è dove siano finiti quei soldi avuti da istituti finanziari e dall'Inps.
Sul conto corrente dell'uomo c'erano pochissimi soldi. Anche in casa non è stato trovato nulla e non aveva sostenuto, di recente, spese consistenti. Forse Agrosì ha chiesto un primo prestito per ripianare un debito e poi i successivi finanziamenti sarebbero serviti per pagare il primo prestito all'istituto di previdenza. Una sorta di circolo vizioso da cui non era più in grado di uscire.
Sotto la lente degli investigatori anche il giorno in cui Agrosì ha deciso di uccidere la famiglia e poi togliersi la vita: quella mattina doveva rientrare a lavoro dopo una lunga convalescenza per una operazione al ginocchio. Non voleva incontrare qualcuno oppure è stato solo un caso, si chiedono gli inquirenti, coordinanti dal pm Emilio Gatti, che cercano di capire quali siano stati i "problemi insormontabili" che Agrosì, come ha scritto in una lettera, non era più in grado di affrontare.
IL COMMENTO
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