politica

Ordinario di diritto pubblico all'Università di Bari
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Si avvicina il momento del voto per il 4 dicembre. Abbiamo chiesto a due illustri costituzionalisti le ragioni del Sì e le ragioni del No. Contro la riforma, ecco l'intervento della professoressa Isabella Loiodice, ordinario di diritto pubblico comparato all'Università degli Studi di Bari 'Aldo Moro'.

Rifletti su quanto leggerai avendo presente che il principio di separazione dei Poteri di uno Stato e l’esistenza di limiti e contro limiti, di pesi e contrappesi, di controllori e garanti indipendenti e imparziali nell’organizzazione del Potere, sono un caposaldo della Democrazia e che quello che dicevano i Padri Fondatori della Costituzione Democratica degli Stati Uniti d’America, sulla natura umana, nel Federalist, corrisponde alla realtà di noi uomini.

I PADRI FONDATORI DELLA DEMOCRAZIA AMERICANA

A quale espediente dovremmo dunque ricorrere per attuare, in pratica, quella necessaria ripartizione di potere tra i vari settori del sistema costituzionale che la Costituzione appunto postula? Progettando la struttura interna del sistema costituzionale in modo da far sì che ogni parte possa costituire essa stessa, nei confronti delle altre, il mezzo atto a contenerle. Il ricorrere a sistemi del genere per controllare gli abusi del governo, può sembrare il risultato di un’analisi pessimistica della natura umana.

Ma cos’è il sistema di organizzazione del Potere stesso se non la più poderosa analisi della natura umana? Se gli uomini fossero angeli non occorrerebbe alcuna organizzazione del Potere. Se fossero gli angeli a governare gli uomini, ogni controllo esterno o interno sull’organizzazione del Potere diverrebbe superfluo (Federalist, n. 51, lettera al Popolo dello Stato di New York) .

B. ATTUALE LEGGE ELETTORALE C.D. ITALICUM (legge n. 52 del 2015)

Il primo elemento da conoscere è il fulcro della riforma elettorale vigente, voluta da Renzi. Con questa legge elettorale il partito che vincerà, al ballottaggio (turno al quale si arriverà sempre) solo con il 20% reale, per esempio, del consenso degli elettori, si porterà in Parlamento no il 20% dei deputati ma circa il 54% dei deputati cioè ben 340 deputati! Il cosiddetto premio di maggioranza. E con il sistema dei capolista bloccati, ben 100 dei 340 deputati che prenderà in mano il Partito al governo, saranno addirittura eletti senza che siano stati sottoposti al nostro voto di preferenza ma solo perché scelti dal capo del Partito e quindi automaticamente eletti

Questa legge (incostituzionale perché ha reintrodotto gli stessi meccanismi della precedente legge elettorale detta porcellum e annullata dalla Corte Costituzionale) permette quindi un governo forte perché basato su du una maggioranza in Parlamento ampia e controllata dal partito al Governo.

C. RIFORMA COSTITUZIONALE IN PILLOLE

1a. Contenuto art. 83
Il Partito al Governo, con i suoi 340 deputati e con i suoi senatori, dalla quarta votazione si potrà eleggere il Presidente della Repubblica eventualmente insieme a pochi altri parlamentari (“persuasi” da chi detiene il Potere vista l’importantissima posta in gioco) in più rispetto al numero complessivo degli stessi parlamentari del Partito al Governo; il Partito al Governo, dal settimo scrutinio in poi, semplicemente con 220 dei suoi deputati sui 730 complessivi, aventi diritto al voto, potrà trovarsi nelle condizioni di eleggersi da solo il Presidente della Repubblica. Sono, infatti, sufficienti i 3/5 dei votanti. I votanti, per regola giuridica, possono essere, come numero minimo, la metà più uno dei 730 complessivi aventi diritto a votare (il c.d. quorum costitutivo). Quindi sono sufficienti 366 parlamentari votanti perché sia valida l’elezione del Presidente. Quindi con solo i 3/5 dei votanti presenti in aula (e cioè con soli 220 parlamentari) il Partito di Governo potrà eleggersi il suo Presidente della Repubblica.

1b. Conseguenze

Il Presidente della Repubblica, eletto in tal modo, potrà non essere più il Garante dei Valori della nostra Carta Costituzionale, non sarà più imparziale ma potrà essere il difensore degli interessi del Partito al Governo. Anche perché la sua eventuale messa in stato di accusa ex art. 90 Cost. dipenderà dai soli 340 deputati del Partito al Governo e dai senatori del Partito al Governo.

2. Contenuto art. 135 e art. 3 della legge costituzionale n. 2 del 1967
I componenti della Corte Costituzionale sono 15. Sui 5 eletti dal Parlamento, 3 saranno espressione sostanzialmente della maggioranza del solo Partito al Governo. Dalla quarta votazione, infatti, sarà sufficiente la sola maggioranza dei 3/5 dei componenti di ciascuna singola Camera e non più del Parlamento in seduta comune.. Quindi il Partito al Governo, con i suoi 340 deputati insieme a pochi altri parlamentari ( “persuasi” da chi detiene il Potere vista l’importantissima posta in gioco) si potrà eleggere i Giudici della Corte. Per i due eletti dal Senato vi potrà essere il rischio dell’elezione da parte del solo Partito al Governo. 5 saranno nominati dal Presidente della Repubblica che, come già visto, nel futuro assetto costituzionale, potrà essere uomo del solo Partito al Governo.

2b. Conseguenze.
8/10 giudici della Corte Costituzionale sui complessivi 15 saranno uomini del Partito al Governo. Dunque potranno non essere più i Difensori della Nostra Carta Costituzionale e della nostra Democrazie e delle nostre Libertà ma potranno essere i difensori degli interessi del Partito al Governo.

3a. Contenuto degli artt. 70 e seguenti.
Il Senato avrà ancora parecchie competenze, anche legislative, tutte elencate ma di contrastante interpretazione, nei contenuti e nei procedimenti, perfino per gli addetti ai lavori.

3b. Conseguenze.
Il procedimento legislativo verrà continuamente rallentato dai conflitti interpretativi fra Camera e Senato a danno dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione legislativa.

4a. Contenuto art. 117
Significativo ampliamento delle competenze dello Stato sottraendole alle Regioni e clausola c.d. di salvaguardia a favore dello Stato addirittura anche attraverso concetti del tutto elastici, e quindi incontrollabili, di “unità giuridica”, “unità economica” e “interesse nazionale”.

4b.Conseguenze.
Riduzione drastica e mortificante dell'autonomia di ogni Comunità regionale. Gli abitanti del Lazio come quelli della Lombardia o della Puglia o del Veneto e via dicendo dovranno subire sul loro territorio le decisioni prese dal Governo in particolare a causa della clausola di salvaguardia che per ogni materia di competenza regionale stabilisce che lo Stato potrà decidere al posto delle popolazioni delle singole Regioni ogni volta che sostanzialmente lo riterrà e lo vorrà. A tutela dell’autonomia regionale vi sarà una Corte Costituzionale oramai trasformata in organo potenzialmente a immagine e somiglianza della maggioranza del Partito al governo.

5a. Contenuto artt. 73 e 134
La Corte Costituzionale avrà per la prima volta nella storia della Nostra Repubblica il compito del controllo di costituzionalità preventivo di un solo tipo di legge: quella elettorale e cioè il controllo, prima dell'entrata in vigore, di una legge che vada a modificare l’attuale legge elettorale, cioè l’Italicum.

5b. Conseguenze.
La Corte Costituzionale, con 8/10 uomini che rispondono al Partito che ha in mano il Governo, su 15 membri totali, proteggerà l'attuale legge elettorale. Il c.d. Italicum. Legge elettorale incostituzionale quanto quella di prima, il c.d. porcellum. Ne discenderà il pericolo elevatissimo della permanenza di questo sistema di potere, blindato contro qualsiasi tentativo di futura riforma elettorale.

QUESITO REFERENDARIO

Il quesito referendario non parla del mutamento dell’elezione del Presidente della Repubblica e dell’elezione dei Giudici della Corte Costituzionale né della nuova funzione della Corte Costituzionale. Perché? Sono modifiche con conseguenze rilevantissime. La correttezza e la buona fede avrebbero imposto di inserire nel quesito referendario tali fondamentali modifiche. Ma queste modifiche si sono taciute !

CONSEGUENZA DELL'INTERA RIFORMA

È falso che cambi solo la forma di governo e cioè l'assetto dei rapporti fra gli organi costituzionali.

Con questa riforma (insieme alla vigente legge elettorale c.d. Italicum voluta da Renzi) il Partito che vincerà le prossime elezioni politiche (anche solo, per esempio, con il 20% dei voti) avrà nelle sue mani il 54% dei deputati della Camera quindi avrà in mano il Governo (che, se votiamo si alla riforma, infatti sarà solo espressione della Camera dei deputati). Di conseguenza, come spiegato, potrà controllare il Presidente della Repubblica e la Corte Costituzionale in aperto contrasto con il principio di separazione dei Poteri dello Stato, caposaldo di uno Stato Democratico.

Non esisteranno più limiti e contro limiti, pesi e contrappesi, controllori e garanti indipendenti e imparziali nell’organizzazione del Potere. Con questa riforma (insieme alla vigente legge elettorale), quindi, ci vogliono cambiare la forma di Stato cioè l'assetto dei rapporti fra i governati e i governanti, l'assetto dei rapporti fra noi cittadini e il potere, la relazione fra libertà e autorità. Rischio: Da Stato Democratico diventeremmo uno Stato Autoritario.

Il vero quesito referendario sarebbe dovuto essere: "vuoi un Governo molto forte di stampo autoritario in cambio della Democrazia e della tua libertà?". Sei libero di votare si a questa riforma ma potrà essere l'ultima volta che avrai veramente la libertà di votare