
Un Natale, dunque, politicamente silenzioso, dove si possono nuovamente ascoltare in sottofondo davanti a nostri presepi di casa, le voci dei pastori e i canti degli angeli. E chissà che questo Gentiloni non cominci a piacerci proprio per questo?
Bene per chiudere un anno tormentato da immense tragedie e, anche nella nostra terra, sempre più piccola e senza voce. Bene per chiudere, ma non per riaprire un nuovo anno, che sarà sicuramente tempestoso nonostante Mattarella e Gentiloni, che sarà purtroppo un anno di urla anche sguaiate nella politica anche locale a meno che un miracolo riporti il Paese e anche la nostra regione e questa città alla dimensione della sobrietà se non della gentilezza.
Alla politica dobbiamo chiedere solo politica, più politica, meno affaretti, meno invidie, meno sgambetti. Politica per una popolazione che ha certamente responsabilità di essere stata troppo spesso spettatrice e non protagonista, soprattutto nella più alta espressione delle sue istituzioni pubbliche ma anche private.
Chissà che finalmente il Natale e il nuovo anno non portino questo straordinario cambiamento. Una campagna elettorale (o due) durante le quali si esprimono gli obbiettivi per due città, Genova e La Spezia che stanno soffrendo un martirio nel mondo del lavoro, che hanno bisogno di idee e programmi, ma soprattutto di alleanze serie tra l’impresa e la politica. E dove i cittadini trovino uno spicchio di tempo da offrire alla comunità, anche facendo politica piuttosto che delegarla ad altri o abbandonarla in mani sconosciute e indifferenti.
IL COMMENTO
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