cronaca

Il Comune ha appena fatto ripartire l'iter
1 minuto e 26 secondi di lettura
Tornano in piazza i cittadini di Fegino, dove lo scorso 16 aprile una condotta dell'oleodotto Iplom ha riversato greggio nel rio Pianego, nel Fegino e quindi nel Polcevera, fino al bacino portuale. Un disastro ambientale seguito da un'inchiesta giudiziaria sull'azienda petrolchimica, mentre le bonifiche - denunciano gli abitanti - sono rimaste praticamente ferme. Un corteo di protesta è partito da piazza Pallavicini, a Rivarolo, fino al punto dello sversamento.

"Dopo dieci mesi è ancora tutto come prima
- spiega Marta Parodi, attiva nel comitato dei residenti - e nonostante le promesse abbiamo ancora la terra inquinata sotto casa". In realtà un passo avanti è stato fatto proprio negli ultimi giorni: il Comune ha rimesso in moto il procedimento e Iplom avrà ora 30 giorni di tempo per presentare il Piano e le integrazioni richieste al Comune. Ma la preoccupazione resta alta.

"Si tratta solo della ripresa dell'iter - contrattaccano i cittadini - mentre per la ripresa della bonifica chissà quanto tempo ci vorrà". A fare arrabbiare i cittadini è una nota con cui Iplom, lo scorso 14 dicembre, comunicava di continuare il procedimento solamente sul terreno del versante interessato dalla rottura della tubazione, ritenendo che tutta la restante parte competesse al Ministero dell'Ambiente".

"Questo potrebbe voler dire che ci saranno altri ritardi - spiega Antonella Marras del comitato spontaneo - perché il piano prevedeva una procedura lunga e complessa. Inoltre non capiamo come mai ora si possano chiedere 30 giorni per presentare il piano di caratterizzazione mentre prima era tutto fermo". A frenare la partenza delle bonifiche era stata Arpal, che a settembre aveva chiesto di inserire limiti più restrittivi sulle sostanze inquinanti nel Polcevera.