"Ritengo corretto che la Regione Liguria assuma una misura fortemente anti-discriminatoria a difesa della libertà delle donne, ovvero disponga il divieto di ingresso nelle strutture sanitarie di persone che indossino il burqa. Questo anche nel rispetto delle normative di sicurezza vigenti che vanno applicate anche nelle nostre strutture". La decisione è presa "alla vigilia della ricorrenza dell'8 marzo, giornata internazionale della donna per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze di cui sono state e sono ancora oggi oggetto, in diverse parti del mondo". La misura, già adottata dalla Regione Lombardia, sarà oggetto di un'apposita delibera di Giunta.
"Il nostro obiettivo - ha spiegato la vicepresidente Viale - è dire un chiaro no a quella che è la discriminazione simboleggiata dall'utilizzo del burqa. È un tema che deve essere portato all'attenzione della comunità ligure: le discriminazioni attuate attraverso la copertura del volto e del capo della donna sono l'anticamera di quello che non vogliamo".
L'esponente leghista ha aggiunto: "Riteniamo che l'8 marzo sia un simbolo di libertà della donna di scegliere come muoversi e come operare. Il burqa, al contrario, è simbolicamente l'atto di discriminazione sessuale più palese e maggiormente indice di fanatismo che si ritrova in alcuni paesi in cui la democrazia è dimenticata. Ritengo - ha concluso - che in una giornata simbolo debbano anche essere fatti atti simbolici che si aggiungono agli atti quotidiani e concreti che ognuno di noi realizza ogni giorno a favore delle donne".
Attorno al tema non mancano le polemiche, la capogruppo Pd in Regione Raffaella Paita prende posizione sulla decisione della giunta regionale: "Tutti hanno diritto a essere curati, indipendentemente dalla religione che professano e da come si vestono. Se si vuole aprire una discussione sul burqa, iniziare dagli ospedali è la cosa più sbagliata che ci sia. Così si rischia di esasperare gli animi e creare inutili tensioni".
Anche Gianni Pastorino (Rete a Sinistra) mostra tutta la sua contrarietà: "E' una proposta inaccettabile, le cure non si negano a nessuno".
"Una delibera discriminatoria e incostituzionale che, invece di estendere i diritti delle donne, li riduce ulteriormente. Un pessimo segnale, alla vigilia dell’8 marzo, che offende tutte le donne”, così la portavoce in Regione del M5s Alice Salvatore commenta la decisione presa dalla giunta regionale.
ANCHE NEGLI UFFICI - "Il burqa è il peggior simbolo della sottomissione della donna all'uomo e la vigilia dell'8 marzo ci sembrava un buon giorno per dire che chi vive in Italia almeno le minime regole di uguaglianza tra uomo e donna le deve saper cogliere e rispettare. Questo regolamento verrà applicato non solo nelle strutture sanitarie ma in tutti gli uffici pubblici regionali della Liguria".
Lo afferma il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, cofirmatario con la vicepresidente Sonia Viale, della delibera che sarà sottoposta all'approvazione nella prossima riunione di Giunta. "Non ritengo - aggiunge Toti - che questa norma abbia un profilo di incostituzionalità perché già oggi esiste una legge dello Stato che vieta ai cittadini di andare in giro con il volto coperto o travisato".
"È ovvio - prosegue - che le cure verranno sempre garantite, come previsto dalla Costituzione: il diritto alla salute è prioritario e assoluto. Chi afferma che si neghino le prestazioni sanitarie dice una grande idiozia e si abbassa alla più vile strumentalizzazione offendendo tutta la categoria degli operatori sanitari".
IL COMMENTO
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