cronaca

La tragedia di Londra nelle parole di una testimone diretta
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“Non ho pensato di tornare subito a Genova perché la tragedia di Londra potrebbe succedere ovunque, non mi arrendo alla paura”. Giulia Serra ha 24 anni e mentre un uomo armato di coltello, dopo aver investito diversi pedoni sul ponte di Westminster, ha tentato di entrare nel cortile del Parlamento uccidendo tra gli altri un poliziotto, era a pochi minuti a piedi dal luogo dell’attacco.


“Io ero in ufficio, lavoro nella City quindi proprio nel centro città, la notizia l’abbiamo letta sulla Bbc. Ci siamo subito accertati che nessun collega fosse in pericolo e da quel momento abbiamo seguito le notizie in tv e gli aggiornamenti di Scotland Yard”.


La città continua a essere sotto assedio ma la gente sta cercando di andare avanti. “C’è tanta polizia in giro, tanti elicotteri che continuano a sorvolare il centro città, in particolare nella zona 1 e 2, ma la città è tornata alla normalità, la metro funziona di nuovo da ieri. Tutta questa polizia fa sentire la gente sicura”.


La paura però non si può nascondere, ci si può solo convivere. “All’inizio eravamo molto spaventati perchè il luogo dell’attacco è molto vicino a dove lavoro ma poi abbiamo capito che la città era al sicuro che c’era tanta sorveglianza e quindi ci siamo tranquillizzati”.


Nessuna avvisaglia nei giorni prima dell’attacco, nessun controllo straordinario ricorda Giulia. “Dopo gli attentati di Parigi, Bruxelles e Nizza c’era stato un incremento di forze armate che si vedevano in tutta la città, in particolare in centro, ma recentemente sono diminuite e sembrava non ci fosse nessun problema”.


Voce tranquilla e pacata un mix fra aplomb londinese e stile genovese in fondo – dice – faccio solo quello che chiedono di fare: una vita normale”.