cronaca

L'invettiva
2 minuti e 56 secondi di lettura
La Liguria e Genova non sono solo isolate, quasi irragiungibili per cielo, terra, ferrovia e forse non per mare, che sarebbe magari una soluzione a questa sua crescente “insularità”. La Liguria è anche pericolosa da percorrere, come racconta la tragedia di domenica tra Albissola e Celle sulla famigerata A10. E nessuno ci pensa, nessuna programma, nessuna cerca soluzioni.

In tempi di crescente turismo, di seconde case riaperte e nuovamente frequentate per i diversi equilibri nelle strategie “distributive” del tempo libero, non è solo questione di sicurezza, di rendere meno pericoloso viaggiare sulle nostre strade. Esiste un vero problema di fruibilità decente, sopratutto sulle nostre Riviere e in particolare su quella di Ponente.

Il nostro sistema autostradale non ce la fa più. La Genova-Savona è stata costruita negli anni Cinquanta e raddoppiata negli anni Sessanta con la conseguenza che il percorso di ritorno da Savona a Genova ha le curve a rovescio: questo spiega anche la sciagura degli operai travolti domenica e i continui incidenti, almeno uno al giorno, esaltati dall'aumento del traffico commerciale sulla direttrice francese e spagnola, dove i Tir aumentano e dove il trasporto su rotaia è una chimera. E lo credo, con larghi tratti a binario unico, come nel Far West!

La Savona- Ventimiglia, detta “Autofiori”, è stata costruita a inizio anni Settanta e sembrava un miracolo di ponti e gallerie. Ora è clamorosamente insufficiente a assorbire il traffico che va e torna dalla Francia. Basta collegarsi ogni venerdì sera e ogni domenica pomeriggio primaverili ed estivi ed ora, con il cambio delle abitudini, anche tardo-invernali con Onda Radio 103,3 della Rai che aggiorna sui disagi nel traffico italiano.

Quella autostrada è sempre in testa nelle segnalazioni di tutto il paese, ci sono sempre decine e decine di chilometri di coda. Siamo sempre primi in questa bella hit parade del traffico italiano!!! Chi torna dai week end o dai ponti o dalle vacanze sa che perderà ore e ore a passo d'uomo per arrivare o per tornare a casa.

C'è il problema delle code eterne e imparabili e dell'usura delle autostrade stesse, oramai vecchie, logore, insufficienti, che sottopongo i propri utenti a calvari inimmaginabili, spesso a fughe verso l'Aurelia, dove almeno non ci si sente in prigione e dove si guarda il panorama con la libertà di fermarsi.
Tutto è bloccato a quegli anni Sessanta e Settanta. L'unico miglioramento è stato di abolire, a inizio anni Novanta, le barriere per il pagamento del pedaggio tra Savona e Orco Feglino.

Dopo il nulla. Mentre il traffico turistico e quello commerciale sono aumentati in modo esponenziale. Le uniche soluzioni di “alleggerimento”, costruire tratti più consistenti di quelli attuali di “Aurelia bis” sono fermi al palo, malgrado gli utili consistenti che gli azionisti di “Autofiori” incassano ogni anno, anche grazie alle modificazioni legislative che hanno dirottato tutti questi utili nelle loro casse. Perchè non li investono in un miglioramento dei collegamenti o servono tutti solo alla manutenzione?

L'ipotesi di una autostrada in più per “scaricare” la Ventimiglia-Genova, che prevedeva un tracciato tra Albenga e Predosa, con un percorso molto utile per i viaggiatori in arrivo o diretti da Basso Piemone e Lombardia, è ferma a progetti generici.

Prepariamoci a un'altra lunga stagione di code eterne e, purtroppo, di inevitabili incidenti, senza che nessuno pensi neppure a una programmazione di “partenze intelligenti” o di segnalazioni che graduino l'invasione di questa “stanche” autostrade.