Per qualcuno è già il vice Renzi, l'alter ego dell'aspirante segretario che verrebbe incaricato delle faccende domestiche nel partito mentre il fiorentino si ricandida a premier. Ma Maurizio Martina è anche il ministro delle politiche agricole e nell'intervista a Primocanale con Mario Paternostro conferma il sostegno del Pd a Gentiloni annunciando prossime mosse pro occupazione rivolte a giovani e donne. E una novità che interessa da vicino la Liguria: in rete c'è la banca dati delle terre pubbliche che si possono comprare. Giovani agricoltori cercasi per combattere l'abbandono.
Renzi non è più solo, lei è l'altro della coppia. Come mai? Lei è uno di sinistra...
Anzitutto perché voglio che il Pd abbia un futuro e credo che questo si possa esprimere nella pluralità e credo che rimanga uno dei soggetti politici più importanti di questo Paese. Migliaia di persone si confrontano, si ascoltano, scelgono il candidato segretario. Quella di Renzi è la proposta più forte che dal centrosinistra si può presentare agli italiani. Questo congresso è importante e come posso do una mano: anzitutto c'è la casa comune, il Pd, che io voglio rilanciare e promuovere.
Qualcuno accusa il partito di Renzi di essere il partito dell'establishment. Lei che invece rappresenta un'area di sinistra come lo vede? Forse dovrebbe occuparsi con più attenzione degli esclusi della società?
Considero queste polemiche fuori luogo, soprattutto da parte di chi ha deciso di dividere. Migliaia di persone non sono l'establishment, ma persone normali in carne e ossa. Vogliamo anche ragionare dei nostri errori, è un punto di forza chiedere a tanti elettori di darci una mano e cambiare con noi. Il tema di come guardiamo meglio alcuni nodi irrisolti della vicenda italiana ci riguarda, ma al di là delle battutacce poi ci sono le azioni concrete. Proprio in questi giorni l'Inps ha emesso la cricolare applicativa della quattordicesima per 3,4 milioni di pensionati sopra i 74 anni che da luglio inizieranno ad averla e prima non la avevano. Questi non stanno certo nell'establishment. Dobbiamo anche renderci conto che dobbiamo fare di più, ma guai a non stare uniti.
Lei è d'accordo che il segretario del partito debba essere necessariamente il candidato premier?
Sì, per una ragione di forza e rappresentanza. Mi basterebbe ricordare cosa è accaduto in Germania con Schulz, candidato a presidente per l'Spd, eletto a segretario dell'Spd. La storia insegna che o rappresenti qualcuno e qualcosa o è difficile rappresentare un Paese. Funziona così nella maggior parte d'Europa: devi poter avere dietro di te un popolo che ti spinge con un consenso. E vado fiero del fatto che la nostra mozione tenga il punto su questo. E il ticket è conseguenza di questo: se il segretario deve rappresentare il partito verso gli italiani, ci deve essere una figura che si dedichi al partito.
La stampa sareste favorevoli a una manovra più espansiva: se non si fa così, andiamo a elezioni. È vero?
Non è così. Noi crediamo che in questo passaggio di dialogo con la commissione europea si debba far capire a Bruxelles che qui c'è da sostenere il lavoro e le imprese, il lavoro e la crescita. Tutto quello che possiamo fare per lavorare a queste correzioni finanziarie dobbiamo farlo con un solo obiettivo: sostenere i segni più che stanno arrivando dall'economia italiana, che non sono sufficienti ma che sono la base su cui costruire crescita e sviluppo. Vuol dire che noi non possiamo accettare scelte depressive sull'economia italiana. E ci battiamo accanto a Gentiloni. Credo ci siano tutte le condizioni per farlo e credo si debba togliere dal tavolo qualsiasi ipotesi che abbia a che vedere con aumenti di Iva o altre tasse. Una delle strategia da confermare è il più possibile abbattimento della pressione fiscale e concentrare l'attenzione sull'occupazione. E qui abbiamo idee da sviluppare che nelle prossime settimane diventeranno evidenti, legate in particolare all'occupazione giovanile.
Detto qua a Genova, dove i giovani scappano...
L'ossessione numero uno è spingere per mettere in atto interventi anche radicali di sostegno per l'occupazione giovanile. Ad esempio, realizzando una significativa decontribuzione fiscale selettiva, che spinga verso under 40 e donne.
Parliamo di primarie: Emiliano ha perso nel suo circolo di Bari, battuto da Renzi...
Sono inaspettate ma per chi conosce il Pd fino a un certo punto. In realtà qui c'è una comunità che ha vissuto ovunque nei territori anni faticosi.
Di legge elettorale non si para più?
D'Alema a un certo punto ha raccontato che non si poteva fare più nulla. Come sempre c'è qualcuno che spende parole al vento. La vicenda del 4 dicembre ha complicato la situazione di questo Paese e lo si vede. Avevamo bisogno di quella riforma perché le istituzioni rispondessero in maniera più efficiente ai cittadini. Questo era il vero tema della riforma. Dopodiché, in realtà qui c'è una realtà che sta decidendo di sostenere lo sforzo che Renzi ha compiuto con noi, riconoscendo la forza che c'è in questa proposta. In questi tre anni ci poteva essere una legislatura di stallo, il Paese poteva fermarsi. Qualcuno si è fatto carico di rimetterlo in moto. Avere avuto una leadership capace di fare scelte, anche non semplici, ha permesso di battere un colpo di cambiamento. Non voglio rinunciarci.
Insomma, lei dice che non c'era bisogno di andare via
Chi è andato via ha fatto un regalo alla destra. Una parte di questo consenso che arriva a Renzi è dovuto al fatto che qualcuno il 4 dicembre ha brindato. Questo ha segnato i sentimenti di molte persone più di tante nostre discussioni.
Sembra positiva questa ipotesi di vendere terreni demaniali ai giovani. Anche qua in Liguria se ne parla da tantissimi anni.
È una realtà. Per la prima volta dopo tanto tempo questo Paese ha una banca della terra nazionale. È la prima banca dati di tutte le terre pubbliche, non solo demaniali, a disposizione in particolare dei giovani che vogliono rilevare queste terre per fare impresa agricola. Abbiamo messo in moto i primi 8 mila ettari sui territori. L'idea è quella di implementare questa banca anche con le proprietà di altri enti, ed è uno strumento fondamentale per provare a fare un'operazione di ricomposizione fondiaria. In particolare per la Liguria è cruciale. Questi territori straordinari e molto delicati hanno bisogno di rimettere in vita tanti ettari spesso incolti o abbanonati.
Che ne dice della battuta di Poletti?
Sarebbe stato meglio non farla e bisognerebbe discutere invece di come fare un lavoro di promozione in particolare per le politiche attive dell'occupazione.
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