cultura

E' l'ultimo appuntamento della Stagione Young
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All’ Auditorium E. Montale, da giovedì 6 aprile alle ore 9.30, l’ultimo appuntamento della Stagione Young con “Il piccolo principe di Bustric”.

La musica è come l'acqua, prende la forma del recipiente dove la si mette pure restando sempre acqua. Con questo giuoco di parole, Bustric ci informa che la musica rende liberi gli spettatori e gli attori, perché pur essendo uguale per tutti, è diversa per ognuno. Ognuno la può interpretare come vuole. La musica è un compagno di viaggio capace di divenire protagonista in ogni istante senza mai essere prevaricatrice.

Da molti anni Bustric compone e gioca con storie e personaggi che con la musica dialogano. Il suo mondo fatto di magia, giochi di prestigio, giocolerie, pantomima e parole, si sposa magnificamente bene con questa antichissima arte che, certo, è nata con l'uomo. Questo Piccolo Principe liberamente ispirato all'opera di Antoine de Saint-Exupéry ne è una prova. Il racconto che tutti conoscono diviene spunto di scene che si dilatano e creano sorprese. Del Piccolo Principe si cerca qui la meraviglia nascosta dietro le parole. È una rappresentazione libera e leggera, dove la scena semplice per scelta e necessità si trasforma a seconda del momento, divenendo ogni volta paesaggio e spazio magico, diverso.
Il gioco stesso racconta e diviene storia.
È il modo di mettere in scena di Bustric, ancora prima del racconto ad avere un valore didattico che incoraggia la creazione. Inventare e creare  è forse l'attività umana più bella e straordinaria che esiste. Ai bambini deve essere mostrato che è possibile. Quello di Bustric e un esempio palpabile, che si vede perché davanti a tutti. La narrazione, anche se a volte è complessa, si risolve sempre con  inventiva e semplicità, quella semplicità che nasce dallo studio e dal superamento di fronzoli e decori inutili. Si va diritto al cuore delle cose, non servono scene troppo costose e difficili. Bustric ci mostra che, se si libera la mente e con essa la fantasia e se si dà spazio al gioco, tutto può essere rappresentato: "Pianeti immaginari… Personaggi impossibili… tutto". Il pubblico è sempre disposto a credere e ad entrare nel gioco dell'attore. Il teatro diceva Borges è "Una sospensione volontaria dell'incredulità"… I bambini hanno questa straordinaria capacità innata, ancora disponibile, per loro è del tutto naturale lasciarsi andare al gioco, aspettano solo di essere stimolati. Certo non si deve deluderli, sarebbe fatale. Si devono sempre mantenere le promesse. "Un ragazzino un giorno mi ha chiesto: come si fanno le magie? Io gli ho risposto che ci voleva la polvere magica e lui allora è diventato serissimo e come se avesse fatto una scoperta eccezionale mi ha chiesto: Va bene anche la polvere di casa mia?!!"