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Lo studio si intitola "Dal mare alla vita" e individua per la Liguria sei aree di competenza (monitoraggio ambientale, floricioltura, economia del mare, servizi alla persona, ecosostenibilità e scienze della vita) per lo sviluppo futuro. "La Liguria spiega Paolo Borzatta, membro dell'advisory board dello studio - si dovrà porre a tutela dell’uomo e della natura, mirando a diventare un champion riconosciuto a livello europeo e mondiale su tutti i temi connessi alla valorizzazione e preservazione della persona e del territorio e puntando sulla competenza strategica dell’economia del mare".
"C'è un grande rapporto di collaborazione tra Lombardia e Liguria - spiega Roberto Maroni, governatore lombardo - noi portiamo idee su turismo, cultura, welfare e innovazione. Vogliamo collaborare ancora più fortemente, già lo facciamo in ambito sanitario e logistico. Dalla Liguria mi aspetto ciò che sta già avvenendo, una grande integrazione".
"Questa è una risposta diretta a chi vorrebbe eliminare e cancellare il mondo - aggiunge il presidente Giovanni Toti riferendosi al terrorismo internazionale - questa regione è rimasta avvitata su se stessa per troppo tempo. Il futuro è non solo possibile ma anche dietro l'angolo, dobbiamo sconfiggere le forze politiche e sociali che credono che si possa continuare a vivere nel declino. In questo progetto ci sono tante gambe, come un millepiedi: una Liguria che supera l'industria di Stato e guarda a turismo, logistica, tecnologia e ricerca, start-up, sport, assistenza e sociale".
"Abbiamo cercato di guardare la Liguria da una prospettiva alta, cercando di individuare gli elementi strutturali che possono essere legati a una nuova visione - spiega Lorenzo Tavazzi di The European House-Ambrosetti - i punti di forza sono legati a turismo, industria e il tessuto sociale del territorio. Devono essere riconnessi all'interno di trend internazionali con un'industira più leggera, un'innovazione diffusa, un modello economico più diffuso sul territorio che possa riconnettere tutto il territorio, dai mare ai monti". Solo sogni? "No, c'è anche una programmazione molto puntuale. Però ci vuole anche un elemento di sogno".
Tra i punti di eccellenza evidenziati ci sono la posizione strategica di 'porta' verso il Nord Ovest, le esperienze acquisite nel campo del monitoraggio ambientale, i primati nel traffico crocieristico (prima regione in Italia) e nella movimentazione dei container (36% del totale nazionale) e un turismo che, spiegano gli autori dello studio, punta all'essenzialità e alla raffinatezza, caratteristiche che "ad esempio non ci sono in Costa Azzurra, dove prevale il lusso". La regione col più alto indice di vecchiaia in Italia (pari, nel 2016, a 246,5 contro una media nazionale di 161,4) può puntare quindi ai servizi alla persona (in particolare agli anziani) come ulteriore motore di sviluppo.
Al centro anche gli aspetti infrastrutturali, già al centro degli Stati Generali della logistica il 22 maggio a Palazzo San Giorgio. "Sulle infrastrutture siamo in ritardo di vent'anni. Cociv deve andare avanti sul Terzo Valico, non per Genova ma per tutto il sistema Paese - spiega il commissario del consorzio, Marco Rettighieri - siamo solo al 20% della realizzazione. Stiamo andando avanti incontrando le fatiche connesse con questa marcia che secondo me è inesorabile avendo finanziato quattro lotti su sei, non possiamo e non vogliamo tornare indietro. Ci manca lo sprint finale che stiamo cercando di recuperare in questi mesi. Immaginati una Genova senza quella pila di container che invece potrebbe essere smaltita in brevissimo tempo. L'obiettivo è terminare l'opera nel 2021 garantendo la legalità".
"Un quarto del territorio - continua Valerio De Molli, ad di European House Ambrosetti - è soggetto a frane, alluvioni e a crisi e per questo motivo la Liguria può candidarsi a diventare un polo mondiale di eccellenza e attrattività per tutti coloro i quali hanno tecnologia, soluzioni, lavorano e investono e fanno ricerca su queste dimensioni", ha sottolineato De Molli osservando che la Liguria è una regione vecchia col record di maggior numero di ultra sessantacinquenni d'Italia e il record negativo di rapporto tra under 14 e ultra 65 sulla popolazione attiva. La Liguria è anche la regione che ha registrato una decrescita superiore al Mezzogiorno dopo la crisi e quella che aveva registrato un tasso di crescita pre crisi che era la metà di quella dell'Italia.
Ma ci sono anche dati molto positivi come quelli riguardanti i crocieristi. La Liguria, ha detto De Molli è la prima regione in Italia con 2,5 milioni, dei quali due terzi non italiani. "E' un punto di partenza enorme", ha sottolineato, osservando che in Liguria ci sono "attrattività paesaggistica ambientale, qualità complessiva della vita, ricchezza enogastronomica, la più alta concentrazione d'Italia di siti di attrattività culturale turistica sulla dimensione della regione". "Sono premesse su cui costruire", ha aggiunto, facendo il paragone con "una bellissima donna in una galleria buia e nessuno sa dove è l'interruttore per accendere la luce". "Così questa valorizzazione di bellezza non la scopre nessuno. Serve leadership politica forte, con la 'l' maiuscola in grado davvero di indirizzare un sogno, di orientare una visione, di passare messaggi forti per un nuovo entusiasmo", ha concluso.
Il progetto, realizzato con numerose interviste ai vari stakeholder, si conclude con sette proposte finali:
- 1. Rendere la Liguria una terra di bellezza e accoglienza, attraverso azioni come la riqualificazione delle aree urbane dismesse, la modernizzare dell’offerta turistica regionale, lo sfruttamento delle potenzialità del binomio Turismo-Salute.
- 2. Fare dell’Appennino il laboratorio della rigenerazione ambientale, individuando delle linee di azione semplici per un rilancio dell’area a 360 gradi (economico, sociale, agricolo, naturalistico e paesaggistico del territorio).
- 3. Attrarre maggiori investimenti, definendo incentivi ad hoc e procedure semplificate per le imprese interessate a nuovi insediamenti in Liguria e attrarre fiere internazionali qualificanti, su temi coerenti con la visione di sviluppo del territorio.
- 4. Rendere la Liguria champion nazionale nella discussione di temi legati alla difesa del territorio e dell’uomo, attraverso divulgazione di contenuti e progettualità connesse alla realizzazione della visione.
- 5. Orientare la formazione e la ricerca scientifica nei campi collegati allo sviluppo della visione, supportando il trasferimento dei risultati della ricerca alle imprese.
- 6. Lanciare programmi per lo sviluppo dell’imprenditorialità, per arginare la perdita di capitale umano giovanile che interessa la Regione.
- 7. Lanciare azioni di sensibilizzazione e ingaggio, destinate ai cittadini liguri attraverso il web, nello sviluppo della visione.
"Liguria, Lombardia, Piemonte e anche Valle d'Aosta, hanno la grande responsabilità sulle spalle di trainare la lenta ripresa del Paese dopo un decennio di crisi, - dichiara Toti - per riportare l'Italia ad avere fiducia in se stessa. Ci manca una visione di insieme, dobbiamo concentrarci e lavorare insieme. Genova e la Liguria non devono correre per vincere la serie A del campionato, abbiamo già un mucchio di squadre in serie A e B, devono correre per vincere la Champions League, confrontandosi con le città più grandi di tutte senza limiti".
Tra i primi segnali positivi Toti cita il calo dei cosiddetti 'neet', "i giovani che non studiano e non lavorano in Liguria, rispetto all'anno scorso sono diminuiti con un tasso maggiore di altre zone del Paese, il combinato disposto della nuova formazione professionale inizia a funzionare trainato dalla crescita del turismo. Siamo all'alba del giorno".
"La Regione Liguria può avere un ruolo di regia per creare lavoro ma serve anche un privato che abbia il coraggio di investire - esorta l'assessore Rixi - oggi il pubblico non ha le capacità finanziarie e a volte nemmeno la credibilità per imporre delle scelte drastiche ai territori, lo può fare se chi opera sul territorio condivide una strategia".
IL COMMENTO
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