La ricerca, condotta in collaborazione con l’istituto europeo di oncologia e tre centri specializzati degli Stati Uniti, mira a sperimentare gli effetti dell’exemestane, un farmaco specifico nella cura tumorale. Al centro della ricerca le donne in età post menopausa che hanno contratto il cancro al seno. Lo studio, come spiega il responsabile della ricerca, il professor De Censi – direttore della S.C. Oncologica del Galliera - è finanziato interamente dal governo americano.
“A questa sperimentazione - spiega De Censi -, oltre ai centri italiani del Galliera/Asl3 e del’Istituto Europeo di Oncologia partecipano l’MDACC di Houston, la Columbia University Medical Center di New York e il Moffitt Cancer Center dell’University of South Florida, Tampa, Florida”.
Per l’occasione al Galliera era presenta anche una delegazione dei centri di studio statunitensi. “La collaborazione con i centri studi italiani va avanti da oltre 30 anni – spiga Eva Szabo, del National Cancer Institute di Washington -. I centri studio italiani sono sempre stati fonte di ispirazione per noi grazie a nuove idee e nuovi modelli di studio e sperimentazione”.
L’obiettivo della ricerca – spiega Brandy Heckman-Stoddard, responsabile del Gruppo per la Ricerca Clinica - è individuare la minima dose efficace del farmaco in modo rilevare il punto esatto in cui è possibile abbassare il dosaggio e mantenere ugualmente un’alta efficacia”. Nella prima fase saranno coinvolte 180 pazienti. In questo modo sarà possibile ridurre sia i tempi che i costi della ricerca.
Il professor De Censi ha poi voluto fare un appello alla prevenzione: "Tutte le donne italiane devono sapere che i controlli mammografici riducono la mortalità del cancro alla mammella del 30-40%. La prevenzione è un elemento fondamentale nella lotta contro il tumore".
Il tumore alla mammella dopo la menopausa è ancora il più frequente nella donna."E' vero che si guarisce molto ma una diagnosi di cancro è un evento traumatico per ogni persona e per la vita di ogni famiglia - ha detto De Censi - Perciò il test di ricerca vedrà affacciarsi l'idea di somministrare un farmaco a basso dosaggio, l'exemestane, alle donne più a rischio per evitare l'insorgere della malattia".
IL COMMENTO
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