
A caldo si è detto, soprattutto da sponda Pd, che Bucci avrebbe vinto grazie al voto anti-Crivello dei grillini, che sono riusciti così a compensare il tentativo last-minute di frenare "l'avanzata leghista". Secondo Luca Sabatini, ricercatore dell'Università di Genova, la realtà è un po' diversa: "È vero che il ballottaggio ha rimobilitato parte delle persone che non hanno votato al primo turno, ma si suppone che questi voti siano andati in larga parte a Bucci", dice. In alcune sezioni, addirittura, la percentuale dei 'nuovi votanti' al ballottaggio ha raggiunto il 30%. È il caso, per esempio, di Albaro. Un comportamento che avvicina Genova alle recenti comunali di Milano e Bologna.
Il fenomeno delle 10mila essere elettorali richieste agli uffici prima del 25 giugno sarebbe dunque da leggere al contrario. "I modelli matematici fanno supporre che quei voti non servissero a contenere la destra, ma piuttosto a ottenere un cambiamento rispetto all'amministrazione uscente", spiega Sabatini. In sostanza, la riduzione dell'astensionismo avrebbe favorito soprattutto Marco Bucci, mentre chi non è andato a votare, come del resto al primo turno, sono i potenziali elettori del centrosinistra.
E poi ci sono i voti dei Cinque Stelle. "Chi ha votato Pirondini al primo turno si è diviso molto liberamente - prosegue Sabatini - e questo conferma che non esiste una massa, un corpo unico di elettori del Movimento". Secondo le prime stime dell'Università, il 60% dei pentastellati non è andato a votare, mentre del restante 40% la maggior parte si sarebbe effettivamente orientata su Bucci.
IL COMMENTO
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