Alzi la mano chi non ha detto almeno una volta nella vita: “Venghi!” O: “Vadi…”: O ancora: “Dichi…”. Chi non ha davanti agli occhi il volto di Fantozzi/Fracchia con i capelli ghiacciati al vento, seduto sul sedile posteriore di una spider che, a Natale, sale i tornanti che da Courmayeur (allora succursale di Genova) portano a Planpincieux o il vasto deretano dello stesso che non riesce a trovare la stabilità su una poltrona-sacco che oscilla di fronte all’ imperiosa scrivania del direttore splendido Gianni Agus. Una coppia perfetta della nuova comicità italiana che Paolo Villaggio inventò negli anni Settanta e Ottanta dopo la gavetta ricca di successi alle Baistrocchi con Enzo Tortora, il dottor Borghi, Peo Campodonico e Gianni Cozzo in “Come quando fuori piove” o “Oscar non mi spogliare”, dove l’Oscar non era altro che l’orologio esterno del negozio Oscar Linke di piazza De Ferrari che scandiva il tempo dei genovesi.
Ma Villaggio passa anche sulle tavole del palcoscenico dello Stabile di Ivo Chiesa e Luigi Squarzina, fa teatro di avanguardia, finché vola a Roma per esplodere letteralmente nello show del pomeriggio di festa “Quelli della domenica” con il personaggio crudele e disorganico del professor Kranz che si fa precedere dal grido: “Chi viene a foi atesso?” ripetuto all’esasperazione. Il prestigiatore che fa scomparire e non riapparire, che taglia cravatte e non riesce mai a ricucirle.
Infile la eterna stagione del cinema dei “Fantozzi” che hanno fatto soltanto pienoni alla cassa, tradotti anche in successi letterari.
Un anarchico a suo modo, pur nel mantenimento ferreo della sua genovesità rigorosa, un migrante dello spettacolo che con Genova ha tenuto sempre saldi i legami e soprattutto con i suoi compagni famosi del liceo D’Oria: dal supermanager della Fiat Paolo Fresco a Fabrizio de André (che però era allievo del Colombo), dall’archistar Renzo Piano al regista Giuliano Montaldo.
Villaggio anarchico è sempre rimasto un perfezionista, maniacale nella preparazione e nelle sue apparizioni e nei suoi contributi da scrittore.
Lascia nostalgia e simpatia in una città che lo ha sempre ricordato e amato anche se lontano. Una Genova che con lui è stata raccontata come una isola molto comica ma mai macchiettistica. Cioè una città nonostante tutto e tutti con un aplomb incancellabile.
cultura
L’anarchico perfezionista del “chi viene a foi atesso?”
Da Genova a Roma senza dimenticare le radici
2 minuti e 3 secondi di lettura
TAGS
TOP VIDEO
Venerdì 22 Novembre 2024
Paura, dolore e morte: con 'Breathe' Primocanale rivive la tragedia del Covid
Giovedì 21 Novembre 2024
Processo Morandi, incognita feste sulle udienze. In aula il 2 dicembre
Venerdì 22 Novembre 2024
Cultura, il sogno di Palazzo Ducale: "Biglietti gratis per le scuole"
Giovedì 21 Novembre 2024
Primocanile - Cani e gatti in redazione, gli animali di Primocanale
Ultime notizie
- Breathe, il regista Rossi: "Emozionante raccontare il lavoro dei sanitari durante il covid"
- Cane scappa dal padrone e provoca un incidente: scooterista all'ospedale
- Mareggiata e vento forte, in provincia di Imperia raffiche a 140 km orari
- Incidente sul lavoro su nave portacontainer al largo del porto di Genova
- Camion intraversato, chiusa la ss 582 "Del Colle di S. Bernardo"
- Liguria seconda regione in Italia per numero di omicidi
IL COMMENTO
Ddl vittime incuria, speriamo la norma non venga usata mai più
Situazione drammatica, presidente Meloni serve incontro urgente