
Fare la manutenzione globale dell’ospedale è un bisogno per chi ci abita ma è anche una risposta intellettuale prima che organizzativa ed economica. Uno dei principi di base delle scienze metodologiche ed organizzative, anche in campo sanitario, è il cambiamento.
Ma cambiare è difficile, perché mette in discussione certezze e abitudini, attiva sentimenti ed azioni spesso antagoniste, motivo per cui tutto spesso diventa statico e si perpetua nel tempo, quasi come se un ospedale fosse una cittadella a parte, distaccata da quanto avviene attorno. Non si tratta però solo di aggiornare e sistemare luoghi ma di avere la consapevolezza della necessità di una manutenzione spirituale della comunità che vi opera quotidianamente.
Nell’esperienza medica, ogni prassi è insidiata continuamente dalla sua confutazione e questo ne determina la dimensione evolutiva. Si tratta di capire la nuova vocazione medica per capire verso quale direzione svilupparla. Ecco quindi che la manutenzione dell’ospedale che si sostanzia nel percepirsi come soggetto di accoglienza e cura che fonda le sue basi valoriali sulla difesa dei diritti, primi fra tutti il diritto alla salute e al benessere di ogni persona e, per quanto prioritariamente ci riguarda, del bambino e dell'adolescente.
Il professor Gianpaolo Donzelli è ordinario di Pediatria e presidente della Fondazione Meyer di Firenze. Parchi giorni fa ha tenuto una interessante lezione al Gaslini che ha riassunto in questa nota. In un momento in cui si parla di "aziende della salute" soprattutto nello specifico della assistenza ai bambini quota riflessione ci pare molto importante.
IL COMMENTO
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