Non sono d’accordo, come non sono d’accordo sulle distinzioni e i commenti molto pelosi che sono seguiti a quella domanda e a quella risposta.
Comandano il nuovo sindaco Marco Bucci e i suoi assessori con l’apparato che li assiste e che cresce tra tecnici e saggi. Comanda il governatore Giovanni Toti con la sua giunta, il suo super assessore Edoardo Rixi. Comanda il presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini, che estende il suo potere anche su Savona e non era mai accaduto.
Non ci rifugiamo dietro una risposta istituzionale, che varrebbe per ogni epoca e ogni tempo. E’ chiaro che al timone ci sono i leader istituzionali, scelti con le elezioni o quelli da loro scelti, attraverso una procedura democratica.
Oggi si potrà essere d’accordo o no con Bucci, Toti e compagnia comandante, ma è chiaro che loro decidono e quindi comandano.
Si potrà considerare che la Iena Luca Bizzarri a capo di Palazzo Ducale è una boiata pazzesca, alla Villaggio, ma non si può negare che tutto questo e molto altro è frutto di un comando, di una decisione, cioè di una operazione esercitata proprio di chi comanda.
Sarà perché stiamo vivendo in Regione e in Comune la fase dinamica della “alternanza”, ma l’impressione è che nel senso della forza decisionale ci sia oggi una marcia in più.
E’ chiaro che poi il “comando” in una grande città come Genova (se ancora lo è) si manifesta con altre forze, con altre rappresentanze, imprenditoriali, associative, lobbystiche, bancarie anche un po’ misteriose, di forze diverse da quelle istituzionali, rappresentative di categorie, ordini, eccetera eccetera.
Forse qui aveva più ragione quel “nessuno” caustico pronunciato da Pericu in Tv. Ma la realtà genovese, in questa lunga crisi prima di trasformazione poi di decadenza economica-sociale-demografica, è veramente cambiata. Ci sono leader che hanno grande potere formale nella cosidetta società civile, ma è la forza sottostante, che è meno “muscolare” di un tempo.
Se si pensa , per esempio, che in una sola persona si sommano le autorità della Camera di Commercio, dell’Ascom ora anche dell’Aereoporto di Genova, e questa persona è Paolo Odone, si dovrebbe concludere che il suo potere è consistente. Ciò riguarda gli enti e le società che rappresenta e la loro funzionalità, ma per come siamo messi, senza responsabilità dirette dei tre Enti e società “comandati”, incide meno sullo scenario generale.
Come capita a un nuovo e molto dinamico presidente di Confindustria, Giovanni Mondini. La catena di comando che legava la politica a tutte queste realtà si è come spezzata. Basta pensare a quanto “comandava” a Genova un banchiere come Giovanni Berneschi, strettamente collegato a una certa politica..
E si potrebbe continuare. Chi comanda a Genova?
Forse i terminalisti del porto che sono una bella massa d’urto. Aponte, cui le istituzione riconoscono con una gita al suo soglio, una forza innegabile comanda a Genova? Spinelli così attivo e vivace, dal calcio ai suoi prosperi business del trasporto, è potente?
Alla fine si può concludere che nessuno veramente comanda tra questi, perché il loro potere deve sempre essere intercettato dalla politica istituzionale e rappresentativa, eletta in Comune, Regione, Camera e Senato.
Alla fine si torna a bomba: la mancanza di comando va ascritta al ruolo della politica in senso stretto, influenzata certamente dalle altre forze sociali e dalle loro rappresentanze, più o meno forti, più o meno convincenti. Certamente oggi qualcosa su quel fronte si muove, anche perché ci sono uomini nuovi e di diverso colore politico che hanno conquistato il potere. E che, almeno loro, comandano.
IL COMMENTO
Situazione drammatica, presidente Meloni serve incontro urgente
La Liguria vuole tornare a correre, al via i cento giorni di Bucci