Varchi presidiati all'ingresso dei porti, merci ferme nei magazzini e, probabilmente, qualche scaffale vuoto: inizia lo sciopero nazionale della logistica che ha a Genova il suo epicentro. Dalla mezzanotte di lunedì per le successive 48 ore l'intero comparto incrocia le braccia per chiedere il rinnovo del contratto scaduto da due anni. La protesta, indetta da Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uil Trasporti, potrebbe avere conseguenze sensibili tanto sulla viabilità quanto sulle disponibilità di negozi, mercati e supermercati. E' stato invece revocato lo sciopero previsto dalle associazioni datoriali.
Le ore prima dello stop hanno visto una corsa generale alla consegna. Varchi portuali presi d'assalto dai tir e punti vendita costretti a un insolito lavoro domenicale per gestire l'arrivo delle scorte in previsione di un blocco che si annuncia lungo. Dopo lo sciopero, infatti, arriverà il ponte di Ognissanti e a sovrapporsi sarà anche un altro fermo, imposto stavolta dalle associazioni datoriali, che sommato al weekend del 4-5 novembre rischia di posticipare tutto addirittura al 6 novembre.
A Genova il presidio principale sarà a Ponte Etiopia, con ripercussioni dirette su Lungomare Canepa e tutto il nodo di San Benigno. Saranno 14 i 'punti caldi' controllati dai lavoratori, comprese tutte le piattaforme logistiche. Si rischiano lunghe code e paralisi del traffico perché molti autotrasportatori potrebbero ignorare lo sciopero e provare comunque a consegnare il carico.
A raccontare i motivi dello sciopero è Mauro Scognamillo, segretario Fit Cisl Liguria: "Da 22 mesi è scaduto il contratto che vede coinvolti sono 700 mila lavoratori a livello nazionale. Ventisette associazioni di categoria hanno rotto il tavolo pretendendo di diminuire ancora di più le già basse tutele dei lavoratori della categoria. L'adesione è alta ovunque. Vogliamo un nuovo tavolo per parlare della situzione, si tratta di argomenti seri".
Giovanni Ciaccio (Uiltrasporti) spiega: "In città ci sono 14 punti presidiati, 8 in ambito portuale e 5 nelle piattaforme logistiche. I camion non vengono bloccati, sono gli autisti che in solidarietà si fermano automaticamente. Lo sciopero è di 48 ore, se le associazioni di categorie non ci convocano abbianmo già in programma un pacchetto di altre 72 ore di sciopero".
"Il nostro è lavoro usurante e non ce lo vogliono riconoscere - racconta un camionista del settore. Sacrifichiamo la famiglia per questo lavoro, spesso partiamo il lunedì mattina e torniamo a casa solo il sabato. Con questo sciopero vogliamo attirare l'attenzione sulla nostra situazione. Vogliamo tutelare i nostri diritti che pian pian però ci stanno togliendo".
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