
Del team di studiosi fanno parte anche due ricercatori dell'Università di Genova, Marco Scambelluri e Mattia Gilio. La scoperta di Moncuni, pubblicata sulla rivista "Nature Geoscience" "ha permesso di escludere una delle più accreditate ipotesi per lo sviluppo di terremoti profondi, che prevedeva la frammentazione della roccia in presenza di fluidi acquosi in pressione" dice Marco Scambelluri.
Le profondità a cui si generano i terremoti sono inaccessibili all'osservazione diretta e lo studio dei meccanismi deformativi della sorgente di un terremoto si basa sull'analisi delle onde sismiche rilevate in superficie, su esperimenti di laboratorio che riproducono i sismi su campioni in scala ben lontani da quelli reali e su modelli fisici computazionali.
Le rocce di Moncuni sono la testimonianza diretta di un ambiente sismico profondo sinora inesplorato e permetteranno di avviare una nuova e avvincente linea di ricerca dedicata alla genesi dei terremoti. Il team era formato da ricercatori dell'Università di Genova, di Padova e delle Università di Erlangen in Germania e Utrecth in Olanda.
IL COMMENTO
“Ti ricordi Bilancia?”. Il killer incastrato con una tazzina di caffè e una sigaretta
Quel processo che non finisce e le autostrade sempre più trappola