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Dall'infortunio del numero 16 blucerchiato per la Samp un punto solo a Cagliari
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A vedere Ramirez, Zapata, Silvestre, Torreira, Alvarez che festeggiano il Natale insieme viene da dire che questa Sampdoria dell'ultimo periodo abbia un po' le caratteristiche tipiche dei talenti del Sud America: grande qualità, gioco emozionante ma anche cali di tensione inspiegabili. 




Il boom iniziale quando Marassi era fortino invalicabile sembra ormai lontano, la Sampdoria era una squadra pragmatica, fredda calcolatrice, una corazzata dell'Est con Strinic e Bereszinsky in campo, Linetty titolare o pronto per entrare a partita in corso, e un Kownacki che solo il fatto di averlo in panchina faceva paura un pò come Schick dell'anno scorso.


Dopo l'infortunio del numero 16 blucerchiato ma anche con i problemi fisici di Strinic però le cose sono cambiate, Barreto è diventato titolare e le alternative a centrocampo si limitano a Verre e Capezzi, rincalzi sicuramente non all'altezza dei titolari. Per non parlare del sostituto di Strinic, arrivato a Genova per una cifra importante, Nicola Murru per ora ha combinato poco, a partire dagli errori della partita con la Lazio, ma anche in Coppa Italia con quel mani nel finale che ha pregiudicato il cammino dei blucerchiati in coppa.


Insomma, le alternative italiane non sono all'altezza della fame dell'est, dove anche un 30enne come Strinic quando è in campo dimostra di volere arrivare al top al Mondiale conquistato con la sua Croazia.


Giovani italiani di prospettiva come Verre e Murru invece non riescono a sfruttare i minuti a disposizione certificando una crisi del calcio italiano che ha visto anche la Nazionale fuori dal Mondiale di Russia. 

Forse sia nella terra degli Zar che in panchina fa troppo freddo per i giovani calciatori italiani, dovrebbero prendere esempio dai vari Linetty, Kownacki, Schick, che magari rimangono seduti in panchina per un tempo e mezzo ma quando entrano con la voglia e la cattiveria giusta riescono a dare quel qualcosa in più che i giovani italiani non riescono proprio a dimostrare.

La Sampdoria proprio con uno Zar ha fatto la storia, ed era lo Zar italiano, Pietro Vierchowod che ha continuato a giocare, anzi a combattere fino ai 41 anni. I calciatori italiani d'oggi forse sono troppo viziati, come lo sono anche i loro colleghi dell'est, che però sfruttano le occasioni e danno tutto per la maglia.