
Saranno scarcerati oggi pomeriggio in attesa della conclusione delle indagini i due marittimi ucraini arrestati lo scorso 7 novembre dalla polizia per l'omicidio volontario del comandante Yurii Kharytonov, 51 anni, scomparso a bordo della motonave Giannina della Msc tra il 19 e il 20 ottobre durante la navigazione fra Gioia Tauro e Genova.
A detta del giudice per le indagini preliminari e dello stesso pm non ci sono gravi indizi di colpevolezza per mantenere ancora in carcere i due ufficiali di macchina Dmytro Savinykh, 44 anni, e Oleksandr Maltsev di 43, in attesa della decisione del possibile rinvio a giudizio. I poliziotti li avevano fermati grazie ad un ordine di custodia emesso dal giudice perchè risultava esserci stata una lite fra comandante e i due nella notte della scomparsa in seguito a due blocchi del motore della nave. Inoltre su un pontile erano state trovate tracce di sangue del comandante che qualcuno avrebbe tentato di lavare e un maglione dello scomparso con alcune macchie di sangue.
Dalle intercettazioni ambientali risulta inoltre che i due si sarebbero messi d'accordo per fornire la stessa ricostruzione e si sarebbero chiesti se il corpo del comandante potesse essere stato maciullato dall'elica della nave. Gli avvocati difensori dei due marittimi Ruggero Navarra, Barbara Costantino, Fulvia Nari e Davide Paltrinieri hanno sostenuto che non ci sono prove nè tantomeno indizi gravi, come poi ammesso dal gip e anche dal pm. Inoltre uno dei due ufficiali fermati, Oleksandr Maltsev, era stato più volte e anche di recente segnalato alla compagnia dallo stesso comandante scomparso per una promozione per il suo operato sulla nave.
A detta del giudice per le indagini preliminari e dello stesso pm non ci sono gravi indizi di colpevolezza per mantenere ancora in carcere i due ufficiali di macchina Dmytro Savinykh, 44 anni, e Oleksandr Maltsev di 43, in attesa della decisione del possibile rinvio a giudizio. I poliziotti li avevano fermati grazie ad un ordine di custodia emesso dal giudice perchè risultava esserci stata una lite fra comandante e i due nella notte della scomparsa in seguito a due blocchi del motore della nave. Inoltre su un pontile erano state trovate tracce di sangue del comandante che qualcuno avrebbe tentato di lavare e un maglione dello scomparso con alcune macchie di sangue.
Dalle intercettazioni ambientali risulta inoltre che i due si sarebbero messi d'accordo per fornire la stessa ricostruzione e si sarebbero chiesti se il corpo del comandante potesse essere stato maciullato dall'elica della nave. Gli avvocati difensori dei due marittimi Ruggero Navarra, Barbara Costantino, Fulvia Nari e Davide Paltrinieri hanno sostenuto che non ci sono prove nè tantomeno indizi gravi, come poi ammesso dal gip e anche dal pm. Inoltre uno dei due ufficiali fermati, Oleksandr Maltsev, era stato più volte e anche di recente segnalato alla compagnia dallo stesso comandante scomparso per una promozione per il suo operato sulla nave.
IL COMMENTO
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