
Grondona era stato arrestato insieme agli imprenditori Gino, Vincenzo e Luigi Mamone e Claudio Deiana nel 2014. Gli altri imputati sono Stefano e Daniele Raschellà, imprenditori, e i tre dipendenti Amiu Carlo Sacco (direttore della discarica di Scarpino); Massimo Bizzi e Roberto Ademio (funzionari dell'azienda).
Le accuse, a vario titolo, sono associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e la turbativa d'asta. Secondo l'accusa, gli imprenditori avevano ottenuto quattro milioni di appalti, senza alcuna gara, dopo aver offerto a Grondona serate a base di sesso. I carabinieri del Noe, però, avevano scoperto che il funzionario avrebbe intascato anche vere e proprie mazzette in contanti. Quei soldi, sostengono gli inquirenti, sarebbero finiti in conti in Svizzera.
"Quelle cene - ha detto Grondona in aula - erano goliardate a cui io partecipavo mettendo la mia quota, ma non erano finalizzate ad assegnare gli appalti. Vincenzo Mamone era un amico di vecchia data e il fratello Gino lo incontravo fuori dagli uffici perché sapevo che era una persona chiacchierata e non volevo che lo vedessero in sede". "Quando arrivai - ha continuato l'ex funzionario - i bilanci di Amiu erano un disastro. Nei quattro anni che ho lavorato lì l'azienda ha iniziato a risparmiare 100 mila euro all'anno".
IL COMMENTO
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