Il Comune di Genova adotta il pugno di ferro nei confronti dei nomadi dopo la recente aggressione da parte di un gruppo di giovani, nell’ex poliambulatorio di Begato (zona già problematica) occupato abusivamente. Evento che ha impresso una svolta più generale, stile Cofferati, che potrebbe fare storcere il naso all’estrema sinistra. Lì e in via Balldyer a San Benigno si va allo sgombero immediato. Ma in futuro - ha dichiarato l'assessore alla sicurezza Scidone e il sindaco Vincenzi - cercheremo di fare in modo che di romeni, a Genova, non ne arrivino più. Ma dove andranno questi romeni e agli nomadi? Quelli che presentano problemi di salute, i bambini e gli anziani finiranno subito in strutture apposite mentre gli altri dovranno sistemarsi altrove, dove possono, fino a quando non troveremo alloggi (non case pubbliche) in case famiglia o istituti religiosi, in accordo con la Curia e le associazioni. "Dopo chiederemo - dice l'assessore Scidone - in accordo con la Romania, il rimpatrio". La Vincenzi si scaglia poi contro il Governo italiano, altra sorpresa, che non ha capito per tempo che bisognava rivolgersi all’unione europea per chiedere la direttiva che consente di rimandare a casa i romeni dopo tre mesi dall’arrivo se non dimostrano di potersi mantenere.
Politica
GENOVA COME BOLOGNA: LINEA DURA COI NOMADI
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