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Il presidente ospite in Terrazza Colombo
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"Berlusconi si farà da parte? È un falso problema. Vorrei sapere cosa ne pensa il M5s rispetto a un programma di centrodestra che è molto dettagliato. Le patenti le danno gli elettori, non certo i leader degli schieramenti amici e avversari, e questo è un valore democratico fondante". Lo ha detto il presidente ligure Giovanni Toti nel corso di un incontro con Maurizio Rossi in Terrazza Colombo all'indomani della cena tra lui e il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi

"Ho trovato un presidente concentrato, molto pragmatico e disponibile nel cercare di dare un Governo a questo Paese, al di là dei veti posti su di lui, che sono irricevibili e insensati perché Berlusconi non ha un ruolo politico. È un modo di buttare la palla in tribuna in questo dibattito", ha raccontato il presidente Toti. 

Poi un messaggio ai Cinque Stelle: "Lo scenario è molto semplice: gli elettori hanno dato fiducia alla coalizione di centrodestra con oltre il 37% dei voti, il M5s è la seconda forza politica, nessuno ha vinto le elezioni. La domanda chiara è: vogliono sporcarsi le scarpe coi problemi del Paese o continuare con un massimalismo inutile a dire che il programma da seguire è il loro?"

Il suo ruolo in Forza Italia? "Non avevo nulla da chiedere al presidente Berlusconi. Sono convinto e credo che la meritocrazia vada praticata da parte di chi la predica. Non mi sono candidato, non mi hanno votato, ma sto dando tanto alla Liguria. Siccome predico la serietà, cerco di praticarla. Ho chiesto un voto per la Liguria e resto sulla Liguria". 

In Liguria c'è anche Imperia, dove è candidato sindaco Lanteri, sostenuto dal Pd alle ultime elezioni, contro l'ex ministro Scajola. "Io ho chiesto a Claudio di non candidarsi per tutto ciò che abbiamo costruito in Liguria subito dopo Natale. Lo ritenevo un passo molto dannoso per tutti noi, poi ognuno sceglie con la sua testa. Se mi rode appoggiare Lanteri? No, anzi: ho la soddisfazione di aver convinto chi guardava con scetticismo a quest'avventura politica. Non ricorro alla parabola del figliol prodigo, ma se qualcuno ci ripensa..."

Ma gli elettori a questo punto non potrebbero confondersi col rischio di una débacle del centrodestra? "Da una parte c'è uno spogliatoio, una squadra, un programma di cose serie da fare insieme. Sono disposto a ragionare con chiunque, tranne chi, quando sale sulla barca, si mette al posto del timoniere per andare sugli scogli. Scajola, uno che ha avuto molto, anche a sua insaputa, ha deciso che, ci piacesse o meno, dovevamo accettare che si candidasse. Se gli elettori sceglieranno il passato rispetto al futuro, mi inchino al loro volere sovrano. Dialogheremo come è avvenuto con tutti i sindaci di diverso colore". 

Toti ha indicato poi una linea di programma in tema di porti: "Quando avremo il ministro dei trasporti, vorrei fare una legge speciale per il porto d'Italia per mettere insieme Genova, Savona, Vado, La Spezia. E che dentro quella società ci siano enti locali, camere di commercio e privati, con una governance snella e capace da società per azione, allentata da una compartecipazione al gettito incrementale, una struttura che faccia competizione coi porti di Amburgo, Anversa, Rotterdam che sono gestiti in questo modo. So che mi odieranno tutte le altre regioni. 

Poi si tocca il tema dell'autonomia: "Appena ci sarà un governo ripartiremo con slancio assoluto. È vero che dovrà esserci uno Stato forte, con un premier forte e autonomie altrettanto forti. Per me bisognerebbe arrivare all'elezione del presidente della Repubblica con poteri esecutivi con doppio turno alla francese e autonomie regionali come i Lander francesi. Però ci vuole un Parlamento che faccia il suo lavoro insieme a noi e un Governo in carica". 

"Nell'ultimo anno abbiamo costruito 30 mila posti di lavoro - spiega Toti fornendo dati -, e per la prima volta dopo tanto tempo c'è un saldo positivo di partite Ilva. La formazione professionale ha portato 8mila occupati. Il patto per il turismo sta portando tanta occupazione, anche se non sono a tempo indeterminato. Non torneremo mai più alle Ansaldo e Ilva da 10 mila occupati. Stabilizziamo la precarietà in un percorso di vita, non di toglierla, perché è impossibile".