
“Ormai ero diventato io stesso una pedina del gioco d’azzardo, che mi aveva spogliato di me stesso, dei miei affetti, del lavoro, di tutto”. Walter, nome di fantasia, da 13 anni non scommette più neppure un euro su nulla “ma una persona vittima di compulsione lo sarà per tutta la vita, quindi continuo a frequentare il gruppo Giocatori anonimi”.
Già, proprio essere entrato in contatto con quella realtà lo ha salvato. “A venti anni, mente studiavo alla facoltà di medicina, ho iniziato a giocare a poker con i compagni e mi resi conto che vincevo spesso. Da lì ho iniziato a giocare nelle bische clandestine. E poi nei casinò. Ho smesso di studiare. La mia vita è stata fagocitata dal gioco. Se non avevo soldi ci pensavo comunque tutto il giorno".
"Poi sono arrivato al punto di farmi schifo - racconta Walter - Ho raccontato tutto alla mia allora fidanzata, che all’inizio ha eretto un muro ma poi mi ha dato fiducia, infatti siamo ancora insieme. Ma soprattutto la mia famiglia mi è stata vicina, partendo dal mio adorato padre, che era uomo molto retto. Ho avuto contatto con i Giocatori anonimi e grazie a loro ne sono uscito, gradualmente, prima per 24 ore e poi piano piano, passo dopo passo, per sempre, anche se continuo a frequentarlo. Io facevo di solito piangere le persone, a causa del mio comportamento, lì invece ho pianto io perché ho visto piangere i miei compagni: capivano quello che provavo”.
IL COMMENTO
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