cronaca

Ambrogio tornò a casa dopo 74 giorni alla deriva"
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Francesca Fogar, figlia del navigatore Ambrogio, ha lanciato un appello affinchè non vengano sospese le ricerche dei due due velisti Aldo Revello e Antonio Voinea, dispersi dopo il naufragio della Bright nell'Atlantico.

"Nel 1978 non avevo ancora tre anni, quando mio padre tornò a casa dopo 74 giorni alla deriva, vissuta insieme al giornalista e amico Mauro Mancini. 74 giorni su una zattera, dopo che la sua barca, il Surprise, era stata affondata da un branco di orche, al largo della costa Argentina", scrive Francesca Fogar ricordando che "la barca cola a picco in sei minuti e in quel tempo sbriciolato Ambrogio e Mauro riescono ad afferrare pochi viveri e a calare in mare la zattera, che diventerà la loro casa per due mesi e mezzo".

I naufraghi incrociano due imbarcazioni, vedono un aereo passare sulle loro teste ma nessuno li scorge. "Il 2 aprile il miracolo insperato: un mercantile greco, casualmente fuori dalla sua rotta, li vede e li salva al largo delle Isole Falkland, nell'Atlantico del sud. Lontani quasi 800 miglia dal punto del naufragio. Ambrogio ce la fece. Mauro no. Morì due giorni dopo il salvataggio: il più crudele e beffardo dei destini", ricorda la figlia del velista rievocando lo sguardo del padre, che aveva negli occhi "la paura di una morte scampata" e la sua gioia perchè era vivo.

"Per queste ragioni sono accanto a Rosa. La mia voce è con la sua nel chiedere di non sospendere le ricerche. Di non sospendere la speranza. Aldo e Antonio sono là, da qualche parte, che stanno lottando come Ambrogio e Mauro. E io sono con loro. Non li abbandono. Perché, alla fine, siamo tutti su una zattera", conclude Francesca Fogar.