
In 40 sindaci invece hanno risposto sì all'invito del prefetto di Genova Fiamma Spena che li ha convocati per la firma del patto e la presentazione della prima bozza del progetto preliminare: una tranche di Comuni ha firmato oggi, l'altra lo farà domani in una seconda riunione.
Ma le sorprese non finiscono qui, come svelano il vice sindaco di Genova e assessore alla mobilità Stefano Balleari e l'assessore alla Sicurezza di Tursi Stefano Garassino, in base agli indici di delittuosità calcolati in base ai dati forniti da questura e comando provinciale dei carabinieri i quartieri più a rischio per i reati predatori (furti, scippi) sono Sampierdarena, San Teodoro, Foce e il quartiere 'in' di Albaro.
Sono questi i quartieri dove potrebbero essere posizionate le telecamere nel caso Genova riuscisse a ottenere i fondi per i patti della sicurezza. Come ha fatto notare il prefetto Fiamma Spena, "molti piccoli comuni dell'entroterra chiedono i finanziamenti non perché si sentono in pericolo ma per installare telecamere necessarie a rendere più sicuri i borghi o le zone più isolate dal centro del paese".
Il Ministero degli interni per questo progetto ha messo a disposizione di tutti i comuni d'Italia 7 milioni per il 2017 e 14 per il biennio 2018/2019. I finanziamenti saranno erogati in base a una graduatoria che ha, tra l'altro, i seguenti criteri: l'indice di delittuosità, la popolazione, eventuale presenza di criminalità organizzata e la data della domanda.
IL COMMENTO
Piciocchi e Salis, fate il vostro gioco e soprattutto portate i genovesi alle urne
Il Biscione cambia pelle (e non solo)