Bistratta, poco usata, spesso sottovalutata e quasi sempre criticata . E’ la metropolitana di Genova. Lo snodo in buona parte sotterraneo che collega la Val Polcevera con il centro città. Molti genovesi quando parlano di lei ci scherzano su, e subito l’ironia prende di mira la sua dimensione.
Ma chi ne promuove l’uso e l’utilità ci tiene comunque a sfatare alcuni miti. “Non è certamente la metropolitana più corta del mondo. Altre città sono fornite di linee ben più brevi” spiega Eugenio Segalerba, rappresentante dell’associazione Metrogenova. La metro del capoluogo ligure, costruita nel ’90 in occasione dei Mondiali di calcio, si estende per poco più di 7 chilometri. In effetti scorrendo la classifica mondiale delle metropolitane si scopre che in Venezuela ci sono due città (Valencia e Maracaibo) dotate del collegamento a rotaia cittadino che, seppur di poco, presentano chilometraggio inferiore rispetto a quello genovese.
Ma in questo senso il primato in negativo spetta alla città israeliana di Haifa. Qui il percorso della metro è di appena 2 chilometri, una sola linea (come a Genova) e 6 stazioni. Il secondo mito che si vuole sfatare è quello legato al suo utilizzo. “Non è vero neanche che è poco sfruttata dai genovesi – spiega ancora Segalerba -. Secondo i dati gestisce più del 10% dell’intero trasporto pubblico cittadino. Una cifra forse non eccezionale, ma le giuste espansioni potranno farla diventare sempre più centrale nei nostri spostamenti e incrementare la percentuale”.
Nel weekend trascorso la novità dell’apertura fino all’una di notte sembra essere stata apprezzata da genovesi e turisti. Nelle sole corse notturne di venerdì e sabato sono state infatti contati ben 3.792 passeggeri. L’idea piace e sembra funzionare. In tanti infatti soprattutto dal ponente genovese hanno sfruttato l’occasione per lasciare la macchina parcheggiata sotto casa e trascorrere la serata nel centro storico.
“I genovesi stanno comprendendo che la metropolitana è una infrastruttura, comoda, economica e con tempi certi e veloci” spiega ancora il rappresentante di Metrogenova. Il problema maggiore è quello legata al capolinea di Brignole, in pieno centro città. C’è tutta l’area del levante genovese che non viene servito e si trova impossibilitato a usare questo mezzo di trasporto. La giunta Bucci appena insediata lo scorso anno ha fatto intendere a parole, e non solo, la necessità di allargare il raggio di azione della metro.
L’idea espressa dal Comune è quella di espanderla a levante seguendo un percorso fatto dalle rotaie di superficie. Tempo fa proprio il primo cittadino di Genova aveva spiegato il progetto di farla arrivare da Brignole fino a piazzale Kennedy, e poi ancora da Brignole fino a Nervi facendola passare per corso Europa, creando a sua volta anche un collegamento verso Prato. Poi c'è anche l'idea di creare un prolungamento da Certosa fino a Pontedecimo. Il tutto impreziosito dalla presenza di parcheggi di interscambio.
Pragmatico resta il commento di Segalerba: “Come già annunciato tempo fa sono confermati i finanziamenti per la realizzione delle fermate di piazza Martinez e Terralba per quanto riguarda la Val Bisagno, e poi ancora la fermata di Canepari e in piazza Pallavicini a Rivarolo”. Ma il vero sogno per i genovesi è certamente un altro: far arrivare la metro all’ospedale San Martino. Un progetto che però vede costi alti e tempi di progettazione e realizzazione che ancora sembrano molto lontani. "Questo però al momento è il nostro più grande auspicio" conclude Segalerba.
cronaca
Metropolitana di Genova tra falsi miti e il sogno San Martino
Gestisce poco più del 10% del trasporto pubblico cittadino
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