cronaca

Esclusa anche l'ipotesi di un fulmine
1 minuto e 0 secondi di lettura
Il black out delle telecamere di Autostrade, che non hanno ripreso il momento del crollo del ponte Morandi, non è stato causato da una manomissione. E' quanto emerge dalle indagini della squadra mobile di Genova.


La mattina del 14 agosto, la centralina elettrica che alimentava le due telecamere aveva avuto problemi più volte. Il salvavita si era staccato per cali di tensione ma era poi ripartito. Intorno alle 11.30, pochi minuti prima del collasso della struttura, una 'nuvola' di pioggia si è abbattuta anche sulla centralina e il carico di acqua è stato talmente elevato che la centralina non è riuscita a partire.

La seconda telecamera, che stava riprendendo lo svincolo, si è girata verso il ponte solo quando il tecnico addetto alle telecamere ha visto auto che frenavano e mezzi che invertivano la marcia tornando indietro contromano. Quando però il dispositivo ha puntato la struttura, il collasso era già avvenuto.

Gli esperti hanno escluso anche l'ipotesi del fulmine che avrebbe colpito uno degli stralli del ponte, provocandone la rottura: i tecnici di Arpal hanno concluso la mappatura delle saette cadute qual giorno e hanno rilevato che quella più vicina si è abbattuta a una distanza di oltre un chilometro.