porti e logistica

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 L'esclusione delle società concessionarie di strade a pedaggio dalla ricostruzione del ponte di Genova "sotto il profilo della concorrenza, potrebbe giustificarsi solo con riferimento al concessionario della tratta autostradale interessata dai lavori", vale a dire Autostrade per l'Italia.


Lo ha detto il segretario generale dell'Antitrust, Filippo Arena, in audizione al Parlamento, aggiungendo che, invece, "non sembra trovare adeguata giustificazione l'esclusione di tutti gli altri concessionari".



"L'esclusione - spiega ancora Arena davanti alle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera che stanno esaminando il decreto Genova - appare funzionale a evitare di replicare nel mercato a valle dei lavori, gli effetti della chiusura alla concorrenza del mercato a monte, in cui l'affidatario del titolo concessorio, beneficiario di proroghe dello stesso, non è stato individuato con gara".

A giudizio dell'Antitrust, inoltre, andrebbe anche modificata la norma che prevede, per i titolari di concessioni autostradali, l'obbligo di affidare mediante procedure a evidenza pubblica una quota pari al 60% dei contratti di lavori, servizi e forniture relativi alle concessioni di importo pari o superiore a 150mila euro: "Tale quota andrebbe aumentata all'80%, analogamente a quanto previsto per gli altri concessionari".


E sempre l'Antitrust spiega: "Per la ricostruzione del ponte di Genova se nell'attuale situazione l'affidamento tramite procedura negoziata appare giustificato, tale modulo dovrà essere limitato a quanto strettamente necessario a far fronte alle condizioni di urgenza e indifferibilità dell'intervento di ricostruzione e dovrà essere, in ogni caso, rispettoso dei principi di trasparenza e di non discriminazione".