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E pensare che nel 2014 la compagnia che produce aeroplani di lusso famosi in tutto il mondo sembrava fuori da ogni guaio dopo la cessione delle quote al fondo di Abu Dhabi Mubadala Developement Company. In realtà pericoli e agitazioni si sono susseguiti quasi senza sosta.
L’ultima disgrazia è il progetto droni del ministero della difesa, fondamentale risorsa per non perdere l’investitore arabo e continuare a produrre, ancora al palo senza copertura finanziaria né certezze.
La scorsa settimana è andato in scena al Ministero dello Sviluppo Economico un incontro senza esiti: poi la telefonata tra Toti e Di Maio e una nuova convocazione, stavolta per il 7 dicembre. Data che ha mandato i sindacati su tutte le furie: “Avevamo chiesto un incontro urgente – scrivono in una nota congiunta – il governo anticipi la convocazione”. Intanto se l’insolvenza non sarà bloccata il rischio immediato è la cassa integrazione.
IL COMMENTO
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