Potrebbe già saltare, dopo essersi appena insediato, il tavolo sull’autotrasporto aperto in Autorità di Sistema Portuale a Genova: dopo avere sospeso lo sciopero che avrebbe paralizzato la città per cinque giorni e che sarebbe dovuto iniziare oggi, i camionisti sono di nuovo sul piede di guerra.
La discussione più accesa ruota attorno alle lunghe code ai terminal e a un meccanismo di indennizzi che possa rimborsare i trasportatori che sono costretti a perdere tempo e denaro in attesa di caricare e scaricare la merce: su questo punto, il più spinoso, le parti avevano impostato venerdì scorso un progetto che ricalcava quello utilizzato nel porto di Barcellona e che prevede una copertura assicurativa in favore dei camionisti. Ma nel tentare di mettere l’accordo nero su bianco le parti sono tornate lontane.
I terminalisti non sono pregiudizialmente contrari ma non vogliono, in sostanza, assumersi la responsabilità delle code: “Facciamo il possibile per servire il maggior numero di mezzi nel minor tempo possibile – è, in sostanza, la loro posizione – più velocemente non possiamo andare, sia per ragioni di sicurezza (che dipendono dalle leggi italiane, ndr) che per come il traffico arriva ai gate, cioè in modo non uniforme ma caratterizzato di picchi in determinati orari”.
Ed è questo forse il punto di scontro più profondo: secondo i gestori dei terminal è il sistema che deve profondamente cambiare, virando verso un modello di prenotazione di carico e scarico. Soluzione che, al momento, non è stata contemplata da nessun documento scritto e ha irrigidito la posizione dei terminalisti che hanno chiesto, in una riunione organizzata ieri sera in Confindustria, di rimandare la questione a un tavolo nazionale, anche perché concedere indennizzi a Genova costituirebbe un precedente valido in tutta Italia.
Così è montata la preoccupazione delle associazioni dell’autotrasporto che temono di non riuscire a fermare una protesta spontanea: “In Francia ci sono i gilet gialli, attenti a non ritrovarvi a Genova i gilet arancioni”, è la velata minaccia uscita da una voce rimasta anonima, un rischio concreto secondo le parti sociali.
“Se le persone, ormai sfinite da questa situazione, non dovessero più sentirsi rappresentate dalle loro associazioni la probabilità di perderne il controllo è molto più elevata”, dice a Primocanale Giuseppe Tagnocchetti, segretario genovese di Trasportounito. "Non dobbiamo però smettere di sperare - aggiunge - abbiamo lavorato tanto nel corso di queste settimane per scongiurare lo sciopero e confido che l'operato dell'Autorità di Sistema ci consentirà di uscire da questa situazione. E' un momento delicato e tutti dobbiamo fare la nostra parte".
“Questa situazione ci preoccupa molto – confida Giampaolo Botta, Segretario Generale di Spediporto – l’animosità di alcune parti sta alzando i toni, vanificando il lavoro fatto la scorsa settimana che aveva raffreddato le posizioni. La merce è il nostro primo cliente – continua – rendere più efficiente il porto per servire meglio il Sistema Paese è per noi una priorità, per questo siamo disponibili a cercare tutte le soluzioni”.
Soluzione che secondo il presidente di Assagenti Alberto Banchero si può già intravvedere nella riunione di questa mattina: “E’ vero che il tavolo é partito in salita - spiega - ma dopo una lunga mediazione abbiamo trovato uno schema che ritengo accettabile, che garantisce nel breve periodo un po’ di respiro agli autotrasportatori, che vivono una oggettiva situazione di stress operativo, e ci permette di dare vita a un impianto di monitoraggio del ciclo camionistico. Questo ci aiuterà nel giro dei prossimi mesi a responsabilizzare, a fronte di una situazione certa, chi causa inefficienze e di conseguenza a creare un sistema più virtuoso per tutti”.
Per fare questo, però, è inevitabile che la palla passi all’Autorità di Sistema Portuale, che dovrà sottoscrivere questa mediazione agendo con un provvedimento ad-hoc: è solo Palazzo San Giorgio, infatti, a disporre dei poteri autoritativi per imporre la nuova tassa
Il rischio è che da parte dei terminalisti possa nascere un contezioso legale, con l’impugnazione del provvedimento: si creerebbe in questo caso un muro contro muro, i cui effetti sono difficili da immaginare.
Sullo sfondo resta la città di Genova, già soffocata dal traffico nel primo Natale senza il ponte sul Polcevera, e che ora rischia un blocco che produrrebbe danni incalcolabili.
porti e logistica
Trasportatori-terminalisti, è scontro: ora Genova rischia i gilet arancioni
Rischia di saltare subito il tavolo sula vertenza dei camionisti
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