cronaca

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 Non solo cavi corrosi, ma anche guaine protettive in molte parti dei reperti completamente mancanti. E' quanto emerge dalle analisi effettuate dal laboratorio svizzero a Dübendorf. I cavi, secondo il progetto originario, dovevano essere rivestiti da una guaina di metallo. Sezionando i 17 reperti inviati a novembre da Genova, invece, gli esperti hanno notato come tale rivestimento fosse completamente assente.

La mancanza della guaina avrebbe così accelerato la corrosione dei cavi stessi, ma anche della parte esterna del calcestruzzo, "aggredita" dalla corrosione in atto dell'acciaio. Il dubbio degli investigatori, è che la situazione fosse a conoscenza di Autostrade e Spea (la società controllata che si occupa di manutenzione e monitoraggio) ma che non si fosse fatto nulla per porre rimedio. Le analisi dovranno essere confrontate con le ispezioni fatte in loco, sugli altri reperti rimasti a Genova e verranno poi elaborati un una perizia che verrà depositata dai tre periti del gip presumibilmente a metà gennaio.

Lunedì prossimo, all'udienza già fissata ad ottobre, si discuterà del piano di demolizione dei monconi presentato la settimana scorsa dalla struttura commissariale. Nel pomeriggio, invece, tutti i consulenti e i periti si riuniranno proprio per stabilire il calendario dei lavori di demolizione in base alle esigenze di conservazione delle prove. L'ipotesi finora più accreditata è quella che si possa partire con i lavori di smantellamento nella parte ovest del viadotto Morandi, senza l'uso delle cariche esplosive.