cronaca

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 Abbattimento e ricostruzione del ponte Morandi sono adesso nero su bianco: ci sono voluti giorni di febbrili trattative attorno ai documenti preparati dal Rina, su mandato del Commissario Bucci: adesso bisogna mettere le firme.L’appuntamento è per oggi, venerdì 18 gennaio, alle ore 16 a Palazzo Tursi, alla presenza del commissario, del presidente Toti, dell’architetto Renzo Piano e dei rappresentanti delle aziende firmatarie.


Primocanale trasmette in diretta streaming a partire dalle ore 16 il momento della firma. Dalle 18 in tv sul canale 10 del digitale terrestre collegamenti e approfondimenti e interviste con i protagonisti della firma


Non ci saranno, come sembrava, né il premier Conte né il ministro alle Infrastrutture e Trasporti Toninelli: nessuno ha comunicato la loro presenza, spiega a Primocanale una fonte qualificata. Un’assenza, la loro, che rientra nel clima che ha portato alla definizione dei contratti: un percorso tortuoso, carico di tensioni e qualche minaccia, al punto che a poche ore dall’evento simbolico della firma non stupirebbe se qualcuno, clamorosamente, si tirasse indietro.

Secondo infatti quanto riportato dall'Ansa, l'azienda genovese Vernazza potrebbe sfilarsi dal team. Proprio Vernazza era stata una delle prime a intervenire dopo l'emergenza scattata con il crollo del ponte. Ma non solo, anche Fagioli - secondo quanto riportato dall'edizione on line del Corriere della Sera - potrebbe decidere di non firmare il contratto. Gli esperti, coordinati dall’amministratore delegato di Rina Consulting Roberto Carpaneto, hanno suddiviso la contrattualistica in due distinte aree: la demolizione e la ricostruzione. Il nodo principale sarebbe quello delle penali legate ai tempi della demolizione, si parla del 10% del contratto che vale circa 20 milioni.


La prima fase è molto delicata: i tempi sono strettissimi e i rischi decisamente elevati. Le aziende che domani firmeranno l’incarico si assumeranno ogni responsabilità civile e penale sul loro lavoro e dovranno rispondere di ogni minimo ritardo. Ogni crepa, mattone, calcinaccio del vecchio Morandi sono adesso affar loro.

C’è poi la partita della ricostruzione, che dipende da una serie infinita di variabili: la prima, banalmente, dalla data di partenza, che dovrebbe essere il primo aprile, se i demolitori saranno lesti nel concludere il lavoro.
Ma consegnare un gigante come il nuovo viadotto in così pochi mesi, l’intenzione è di vederlo in piedi entro capodanno, non è uno scherzo.

Per questo i cavilli inseriti nei contratti sono stati letti mille volte, e poi aggiustati e modificati. Ci sono state molte riunioni, l’ultima ieri al Matitone, altre nei giorni scorsi, una mercoledì fino a sera inoltrata a Milano.