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Armando Siri è fuori dal Governo. Questa la decisione presa dal premier Giuseppe Conte al termine del consiglio dei ministri durato due ore e mezza.

L’ormai ex sottosegretario della Lega è indagato per corruzione da parte della procura di Roma. Nessuna conta al tavolo di Palazzo Chigi. Il decreto di revoca, a quanto si apprende, è stato adottato dal premier, sentito il Consiglio dei ministri, dopo una lunga discussione.

Il vicepremier Di Maio non vuole parlare di vittoria: “Per me è un grande orgoglio fare parte di questo governo e della decisione presa da tutti quanti insieme”, ha detto il leader del M5s. “In una giornata come quella di oggi in cui l’Italia è scossa da inchieste su temi che riguardano la cosa pubblica, per me è altrettanto importante che il governo oggi abbia dato un segnale di discontinuità rispetto al passato”, ha aggiunto.

La Lega ha ribadito la propria fiducia in Conte, ma ha espresso contrarietà alla decisione: "Prendiamo atto della facoltà del presidente del consiglio di chiedere la revoca del sottosegretario. Non può esserci un automatismo tra indagini e colpevolezza. È un principio di civiltà giuridica che vale per tutti. Lega e 5 stelle”, dicono da ambienti leghisti. Che ripetono: “L’apertura di un’inchiesta non può coincidere con la chiusura o la condanna.”Siamo dell’opinione che chi ha incarichi istituzionali deve pagare il doppio se colpevole, ma contrari al principio di colpevolezza senza processo”.