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Genova torna ad essere una "città rossa" con il 30% al Pd
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Lo confesso: Bucci mi è simpatico e mi pare, per ora, un buon sindaco. E oggi mi è simpatico ancora di più, dopo che a Genova è stato battuto dal compagno  Pisapia che ormai identifico con l’incomparabile e farfugliante  Crozza.


Pisapia, quel vecchio volpone liberal-comunista, è riuscito dove non ce l’ha fatta Crivello! E Genova, con quell’incredibile 30 per cento pulito pulito assegnato al Pd è tornata a essere una “città rossa” come si definiva quando, nel 1975, i socialisti a Tursi si allearono con il Pci. Scusate l’analisi un po’ superficiale. Ma questa è la prima osservazione che mi è venuta in mente, leggendo i risultati delle Europee nella mia città. Dove la Lega triumphans si è “fermata” si fa per dire al 28 per cento scarso facendosi superare da Zingaretti e compagni.



Bucci mi risponderebbe: “Ma quante volte glielo devo dire che io non sono della Lega!” Vero. Tutte le volte che scrivo che il sindaco di Genova dovrebbe fare più politica, lui s’incavola e mi manda la diavolo (in inglese). Eppure fu scelto come candidato personalmente da Edoardo Rixi. Quindi….che cosa è?


Dunque il 30 per cento a Pisapia deve prenderlo (Bucci) come un segnale di allarme? Qualche peletto della barba gli si dovrebbe drizzare sulla morbida pelle. Ma non credo che la riconquista di Genova da parte del Pd ancora molto confuso e confusionario possa far scricchiolare l’attuale inquilino di Palazzo Tursi. Semmai provare a svegliare dal letargo quelli del Pd, inducendoli a cambiare facce, pensionando i matusalemme e dando finalmente spazio ai giovani veri, magari amministratori locali (non ai supersessantenni col prostamol in tasca).


Un altro dato è il crollo dei Cinquestelle nella città dove sono nati e cresciuti. Crollo, però, minore che in Liguria (18 per cento contro poco più del 16). Poca sinistra forse? Forse travaso di voti verso il Pd? Più probabilmente astensione? O poca incisività?


Forza Italia, nonostante lo sforzo sovrumano di Berlusconi a Genova quasi non esiste, finendo a poco più del 6 per cento contro il modestissimo 7,8 di consensi in Liguria dove c’è anche Imperia! Assoluta débacle della dirigenza locale del partito, scomparsa da anni dal panorama delle idee e delle iniziative.


C’è ancora solo grazie a  Toti con le sue liste di fedelissimi. Questo deve spingere il governatore a accelerare la creazione del nuovo partito con o senza la Meloni, più con Rixi che con Salvini, più moderato che latore di crocifissi e sante medioevali e martirizzate già da tempo, senza bisogno di aspettare i trionfi del Generale. Trionfi che si estendono anche al confinante Piemonte dove il liberal Pd Chiamparino si avvia alla sonora sconfitta consegnando al centrodestra l’ultima regione del Nord.


Il quadro genovese, ancora una volta, diventa interessantissimo sul piano nazionale, proprio per tutti questi scostamenti. Salvini con oltre il 34 per cento nazionale non potrà non chiedere molte cose ai contrattisti penta stellati. La Tav, per esempio, come sta già facendo. Diventerà, allora, politicamente dirimente il caso Rixi, delicatissimo nodo per il povero Di Maio. Se dovesse insistere in caso di condanna sulle dimissioni del sottosegretario protettore di Genova e della Liguria, il governo sarebbe prossimo al definitivo scivolone.