
"I nostri avvocati hanno detto di attendere ancora un po', prima di passare al contrattacco, ma resta davvero una decisione infelice. Abbiamo aperto nel 2018, vendendo non solo prodotti con thc inferiore allo 0,5%, ma anche tisane, alimenti e altri derivati, dotati di cbd il principio attivo che agisce soltanto sul corpo, utile per curare stati d'ansia e alcune malattie degenerative, diverso dal thc che e' il principio psicoattivo", spiega Gioel che si stava gia' preparando ad aprire un bar con dehor, a margine della propria attivita' di vendita, per chi volesse consumare tisane, biscotti e altri prodotti a base di cannabis.
"Non si puo' lasciare per strada migliaia di persone che hanno famiglia. Il risultato e' che oggi non so come comportarmi, potro' vendere almeno i prodotti con cbd? Tra l'altro non esiste neppure una legge e ci dobbiamo basare sul nulla". "Il risultato e' che noi saremo costretti a chiudere finendo sulla strada, mentre chi ha delle piantagioni di cannabis light, se potra' continuare a coltivarle, sara' costretto a rivolgersi a un mercato estero. Mi chiedo come possano avere il coraggio di tirarsi indietro, dopo tutto quello che abbiamo investito in questo nuovo segmento commerciale", conclude il commerciante.
IL COMMENTO
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