cronaca

Il punto sui lavori nel cantiere
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"La best option è confermata" l'ingegnere e consulente della struttura commissariale di ponte Morandi non ha dubbi, la date del 24 giugno per l'utilizzo delle micro-cariche esplosive sulle pile 10 e 11 nel lato di levante del maxi cantiere è confermata. Le operazioni in vista della demolizione controllata vanno avanti. Dopo il civico 10 di via Porro la pinza idraulica da tre giorni lavora sul civico 7, metà è già stato abbattuto.


"E' una normale demolizione di un edificio con tecniche di abbattimento delle polveri molto importanti. Questa è una una zona popolata e abitata non va dimenticato specifica ancora Michelini che parla anche del crono-programma dei lavori di demolizione e ricostruzione del viadotto crollato esattamente dieci mesi fa e che ha causato la morte di 43 persone.
"Demolizione e ricostruzione sono due appalti separati ma si intersecano continuamente. Questo consente di avere elasticità nelle attività - spiega il consulente della struttura commissariale che fa capo al sindaco Marco Bucci -. I lavori di ricostruzione stanno procedendo con opere che non si vedono ma che sono molte importanti. Metà cantiere è in loco metà ma non va dimenticato che l'altra metà è altrove.



Intanto la data del 24 giugno è sempre più vicina. Il piano evacuazione è ormai pronto, tra il pomeriggio e la serata del 18 ci sarà una doppia assemblea pubblica per informare la popolazione sulle modalità. Nella mattina invece probabilmente l'ultima riunione della commissione esplosivi che limerà gli ultimi dettagli del piano. Il raggio di evacuazione e interdizione per tutti sarà di trecento metri dalle pile. Resta da definire l'ulteriore cintura di sicurezza, così come ha spiegato il commissario Bucci. L'operazione, che in sè durerà pochi minuti, in realtà porterà fuori da casa circa 2 mila persone dalle 7 alle 22. Per quanto riguarda la rete autostradale e i treni saranno le rispettive società a decidere per quanto tempo non sarà possibile transitare. Mentre via 30 Giugno è al limite e resta ancora da decidere se verrà chiusa o meno.



"La demolizione con l'esplosivo rappresenta la soluzione migliora e più sicura per cittadini e lavoratori. Le probabilità che si verifichi un incidente sono di due ordini di grandezza minori che non se si usasse la tecnica dello smontaggio" spiega ancora Michelini. I residenti in queste settimane hanno manifestato preoccupazione per la polvere che si solleverà al momento dell'esplosione. La struttura commissariale insieme ad Arpal e Asl hanno affrontato la questione predisponendo un sistema ad hoc di mitigazione delle polveri (LEGGI QUI).



Lunedì intanto ci sarà una riunione tecnica a Roma per capire che fine faranno i detriti. Anche su questo punto Michelini fa chiarezza. "Il problema non esiste. Nel decreto di nomina del commissario c'è scritto che ha funzione 'per le opere di demolizione, smaltimento e conferimento in discarica dei detriti'. Il diritto comunitario ci invita a non produrre rifiuti se non come ultima ipotesi. E' una questione di economia circolare. Le problematiche sono nate a valle dove il diritto dello stato italiano non ha ancora recepito alcune direttive arrivate dall'Europa. E' un problema di tutti, se il materiale è riutilizzabile diventa una risorsa e non rifiuto. Lunedì speriamo di risolvere anche questo punto" conclude Michelini.
Si tratta di circa 120 mila metri cubi che andranno smaltiti. Il commissario Bucci vorrebbe utilizzarli per per rimodellare il terreno del parco che sorgerà sotto il nuovo ponte.