A dieci mesi dal crollo di ponte Morandi il comitato che riunisce i parenti delle vittime, attraverso un lungo post ha voluto ricordare quella tragica giornata. Dieci mesi dopo il ricordo di quanto accaduto a chi si trovava a passare nel viadotto sopra il Polcevera non si è spento.
Nel frattempo sono nati comitati di tutti i tipi che affrontano le problematiche legate al crollo e alla gestione del post, cantieri inclusi, ma nessuno può e deve dimenticarsi chi sono gli unici e veri danneggiati di quanto accaduto la mattina del 14 agosto. Coloro che non potranno mai più abbracciare un proprio caro. Nelle parole scritte nero su bianco si legge tutta la sofferenza, la fatica, la voglia e la necessità di reagire. E proprio da loro è partita una richiesta diretta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per un incontro.
C'è la richiesta di un colloquio che ha il fine di mettere in evidenza le problematiche soprattutto psicologiche di chi deve convivere ogni giorno con una tragedia di questa portata. Per questo il comitato dei parenti delle vittime di ponte Morandi è entrato a far parte della rete Nazionale 'Noi non dimentichiamo'. Un post che si chiude con un messaggio di lotta e di speranza che ha l'obiettivo di stimolare le energie positive dell'Italia.
- IL TESTO DEL POST:
"Dieci mesi fa 43 persone determinanti nella nostra vita sono morte, le nostre 43 famiglie sono state devastate dal dolore. Noi stiamo cercando con fatica erculea di accettare ciò che non si può cambiare, stiamo cercando di provare a vivere e non sopravvivere. Cerchiamo anche di reagire all’indifferenza e all’oblio che calano su coloro che non ci sono più, senza dimenticare che questi nostri cari sono 43 vittime. Confidiamo nella magistratura e negli inquirenti: solo punizioni esemplari possono ridare speranza a noi e alle persone oneste.
Sentiamo parlare di futuro per Genova ma sarebbe più giusto parlare di futuro per tutto il nostro Paese. Nel futuro immaginiamo che stragi come quella del ponte Morandi non debbano accadere, immaginiamo che i parenti delle vittime vengano accompagnati da subito con un supporto specializzato di psicologi e altri esperti per sostenerli nelle scelte individuali e per farli sentire meno abbandonati. Immaginiamo che le famiglie che nella tragedia abbiano perso la fonte di reddito ricevano supporto economico per le esigenze contingenti. Oggi, invece, tutto questo manca oppure dipende da iniziative sporadiche.
Così non può funzionare. Alcuni di noi hanno costituito un Comitato per ricordare, per lottare e per provare a trovare un po’ di speranza, proviamo con le nostre esigue forze a contribuire al cambiamento, perché solo così potremo onorare le vite spezzate.
Il comitato è parte della Rete Nazionale “Noi non dimentichiamo”, che riunisce altri comitati con storie altrettanto tristi di morti inaccettabili. Sosteniamo lotte comuni, conosciamo bene la disperazione di un dolore così grande ed è per questo che il nostro Comitato ha chiesto un incontro sia al Presidente del Consiglio, sia al presidente della Repubblica per portare loro il nostro modestissimo contributo di idee e di forza. Vorremmo stimolare altre energie positive nel nostro Paese. Non bisogna rassegnarsi. Mai.
* Presidente del Comitato Ricordo Vittime del Ponte Morandi
cronaca
Ponte Morandi, i parenti delle vittime chiedono un incontro con Mattarella
A dieci mesi dalla tragedia
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