La vicenda era stata sollevata in pieno inverno da primocanale.it con articoli e servizi in loco: correntisti e risparmiatori di Vallescrivia a rischio truffa causa una dipendente infedele di Poste Italiane che ne aveva conquistato la totale fiducia finendo però sotto la lente d'ingrandimento come presunta responsabile di ammanchi per movimenti illeciti, fin da subito, apparsi come frutto di una collaborazione con un complice locale.
Da lì era scattata la richiesta di chiarimenti da parte del sindaco di Vobbia, Simone Franceschi. Il paese del Castello della Pietra, infatti, è stato il più bersagliato da episodi legati a segnalazioni di chi denunciava sottrazioni di denaro dai propri conti o libretti.
Da parte di Poste Italiane, nelle stesse settimane, peraltro, a Roma, un impegno rivolto a promettere grande impegno verso i piccoli comuni.E sulla questione, ritornello unico: "Indagini interne in corso, tutti i correntisti saranno tutelati".
Soltanto nella giornata di ieri, presso la Prefettura di Genova, l'incontro sollecitato dall'amministrazione locale, supportata dai vertici dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani, e Poste Italiane. Ma il primo cittadino di Vobbia, a primocanale.it, non digerisce il comportamento della società: "Contesto la mancata chiarezza e il poco rispetto usato in tutte questa vicenda. Sappiamo dell’avvenuto licenziamento della dipendente da informazioni di corridoio. La cittadinanza chiede notizie all’amministrazione sulle modalità che Poste sta utilizzando per fare luce su una pagina buia del rapporto fiduciario tra entroterra e azienda. Nessuno ha chiesto che Poste si scusi pubblicamente per la spiacevole situazione, cosa che peraltro neppure ufficiosamente a oggi qualcuno ha fatto, ma almeno abbia il coraggio di dire quello che scrive al Comune e cioè che per chi verrà accertato il danno, Poste provvederà a risarcire”.
Poste avrebbe già accertato profili di illecito e una effettiva attività fraudolenta in quattro casi verificati e per i quali l’azienda, avrebbe confermato al Comune la disponibilità al risarcimento. Per altri 3 casi sono invece in corso verifiche, anche a seguito della presentazione di denuncie all’Autorità Giudiziaria. Il tutto per ammanchi ai correntisti, pari a circa 500 mila euro. Ma secondo indiscrezioni, al Comune risulterebbero almeno 10 i casi su cui sarebbe necessario approfondire le verifiche.
Un rapporto chiuso tra Vobbia e Poste? La risposta del sindaco Simone Franceschi: "Al momento un rapporto difficile, però, l'ufficio postale è sito nell'edificio municipale e seppur modesto, Poste paga regolarmente l’affitto al Comune. L’azienda non deve rispondere al Comune, ma credo sia ben comprensibile la grande amarezza che abbiamo, perché la tanto decantata sinergia con il territorio che da mesi ha coinvolto migliaia di sindaci dei piccoli comuni, non si costruisce certo in questo modo. Certamente, da parte nostra, continueremo a essere a fianco dei cittadini per avere le risposte che meritano, e per vigilare che chi è stato danneggiato venga anche risarcito. Perseguiremo tutte le vie che riterremo più opportune, anche la costituzione quale parte civile, se e quando quanto segnalato all’Autorità Giudiziaria arriverà in tribunale”.
IL COMMENTO
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