Il Procuratore della Repubblica a Catanzaro, magistrato in prima fila contro la criminalità organizzata, da tempo corteggiato dalla politica Nicola Gratteri è stato il protagonista della seconda serata di Liguria d’Autore a Montemarcello Magra.
Stimolato dai giornalisti Peter Gomez e Gianluigi Nuzzo, Gratteri conferma: “Tutti i partiti mi hanno chiesto di fare il Ministro, ma io li tranquillizzo: sono felicemente in Procura a Catanzaro”. Gratteri svela anche i retroscena della mancata nomina nel Governo Renzi:
“La prima volta che l’ho visto era la sera prima che andasse dal Presidente della Repubblica per la formazione del Governo. Conoscevo Del Rio. Mi chiamò. Mi disse che dovevo andare a Roma. Incontrai Renzi che comincio’ a parlarmi di giustizia. Mi chiese cosa serviva alla giustizia in Italia. Spiegai che era necessario ridurre i costi, il numero dei tribunali, la digitalizzazione del processo penale. Ipocritamente oggi quando si parla di informatizzare, si parla di giustizia virtuale e di diminuzione delle tutele. Questo perché il potere non vuole riformare. Fa comodo Avere migliaia di carabinieri fare i messi per portare carte e notifiche anziché produrre indagini”.
“Renzi era molto eccitato quando spiegai questo. Mi disse “lei sarà Ministro”. Gli spiegai che non sono predisposto alla mediazione. Sono uno che decide. Gli chiesi quale maggioranza aveva. Mi disse che avrei avuto carta bianca. Poi Del Rio mi chiamo’: ‘Sa dottore, il Presidente Napolitano dice che lei è un magistrato troppo caratterizzato’. Risposi di non preoccuparsi, che non dovevano litigare con me”.
Gratteri poi conferma il corteggiamento di “tutti i patiti. Ma tranquillizzo tutti. Sono felicemente in procura a Catanzaro”.
“Per riformare la giustizia serve una rivoluzione - ha poi spiegato Gratteri - bisogna
riformare migliaia di cose fino a quando delinquere non conviene più. Se io aumento le pene, mediaticamente vi stordisco, ma non risolvo il problema: il problema non è la durata ma l’esecuzione della pena”.
Sulla corruzione dice è un fenomeno largamente diffuso ma anche che non è un problema solo italiano: in Austria e Germania la situazione è anche peggiore: “Almeno in Italia le grandi banche non praticano il riciclaggio. Il vantaggio - racconta - è che in Italia il livello di preparazione della polizia giudiziaria è molto più alto”.
Il procuratore di Catanzaro, da tempo in prima fila nella lotta alla ‘ndrangheta, parla poi criminalità organizzata e lotta al narcotraffico: “Sconfiggere il traffico di cocaina sarebbe semplicissimo, ma è una utopia: basterebbe impiegare i caschi blu dell’Onu e imporre ai coltivatori di Colombia, Perù e Venezuela di trasformare le proprie coltivazioni in quelle di caffè, garantendo loro la differenza di guadagno”.
IL COMMENTO
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