economia

Chiedono sconto del 90% su opzione call ed esercizio a 4 anni
3 minuti e 26 secondi di lettura
Il sistema bancario italiano dispone il primo tassello del piano di salvataggio di Carige, autorizzando la conversione del bond subordinato da 313 milioni che andrà a coprire una parte dell'aumento di capitale da 700 milioni necessario, assieme a 200 milioni di bond tier 2, ad evitare la liquidazione dell'istituto ligure. L'assemblea dello Schema volontario del Fondo Interbancario di Tutela dei depositi (Fitd), che ha sottoscritto il bond lo scorso anno, ha autorizzato la sua conversione in azioni.

Ma il Fondo, che raccoglie i contributi obbligatori delle banche per garantire i depositanti e ha in cassa 1,4 miliardi di euro, ha riunito anche il suo comitato di gestione e il consiglio di gestione dello Schema Volontario, per illustrare un piano che lo vedrà di fatto garantire tutto l'aumento, fatta eccezione per i 70 milioni che verranno versati da Cassa Centrale Banca (Ccb) per salire al 10% di Carige. Con un impegno complessivo massimo di 320 milioni nel caso in cui gli attuali azionisti, a partire dalla famiglia Malacalza, ed eventuali nuovi soci (diversi da Ccb) dovessero disertare la ricapitalizzazione.

La novità negativa di giornata è la serie di paletti posti da Cassa Centrale Banca, il pivot industriale di tutto il riassetto, che ha ridotto il suo impegno di equity da 70 a 65 milioni ma è interessata anche al bond subordinato T2 di Carige che vorrebbe sottoscrivere per 100 milioni. Tra le richieste della capogruppo del credito cooperativo allo Schema del Fondo c'è quella di una call con una finestra molto lunga per rilevare la quota di capitale Carige in mano allo Schema e un forte sconto al momento del passaggio. Una proposta che non è piaciuta alle altre banche italiane e che secondo fonti finanziarie dovrà essere migliorata.

Il Fitd ha respinto la proposta arrivata da Cassa Centrale Banca per Carige, che fonti interne al Fondo Interbancario hanno definito "irricevibile". Tra le condizioni poste da Ccb c'era la richiesta di uno sconto del 90% sull'opzione call per rilevare le quote del Fitd e la possibilità di esercitarla a 4 anni, un lasso di tempo troppo lungo per il Fondo che vorrebbe uscire da Carige entro un anno, massimo un anno e mezzo. Con l'aggiunta che il Fitd dovrebbe farsi carico, nel frattempo, dei fabbisogni di capitale. Nel caso in cui la holding della Bcc, che vuole anche la garanzia di un accordo con i sindacati, non dovesse rivedere le sue posizioni, il Fitd, viene riferito, "potrebbe procedere al salvataggio di Carige da solo".

In mattinata si riunisce il consiglio di amministrazione della Cassa Centrale e l'esito della riunione sarà a questo punto decisivo per le sorti dell'operazione, mentre dura da oltre quattro ore la riunione del comitato di gestione del Fondo interbancario di tutela dei depositi da cui dovrebbe emergere l'orientamento, a questo punto semi-operativo, per l'impegno di investimento nell'aumento di capitale (tra 150 e 170 milioni) e la garanzia della parte non sottoscritta dell'aumento degli attuali soci. Da definire tutti gli altri tasselli, i fantomatici nuovi investitori liguri sembrano essersi sfilati mentre resta un'incognita le intenzioni dei soci forti della banca: da Malacalza Investimenti, a Mincione, a Gabriele Volpi, alla Coop Liguria. Non è escluso quindi che per trovare la quadra i tempi si allungano oltre questa settimana.

All'interno del Fondo si è discusso anche dell'opzione di acquisto (call) che verrà concessa alla Cassa Centrale e che consentirà alla holding delle Bcc di salire, nel medio termine, alla maggioranza di Carige, e al Fitd di dismettere un investimento fatto con l'obiettivo di evitare danni peggiori dalla crisi di Carige, con "costi a carico del sistema bancario stimabili in dieci miliardi" e conseguenze "drammatiche" per famiglie, imprese e lavoratori, ha ricordato il segretario della First Cisl, Riccardo Colombani. 

Se tutti i tasselli dovessero andare a posto Carige presenterà il piano alla Bce già in settimana. Ma è possibile che, per trovare l'accordo, si debba andare ai supplementari. Convocato anche il cda del Credito Sportivo, candidato a rilevare una tranche fino a 150 milioni dei bond tier 2, a cui si dovrebbe affiancare un'altra banca pubblica, il Medio Credito Centrale, per massimi 50 milioni di euro.