Ferragosto è trascorso da una manciata di ore, archiviato senza particolari notizie dalla Liguria se non la solita cronaca, o le immagini delle spiagge affollate. Ma la sorpresa amara arriva il giorno dopo, quando meno te lo aspetti. E va a toccare uno dei nervi scoperti di una regione tristemente nota per il suo isolamento infrastrutturale: ma non scomodiamo il famigerato Terzo Valico e neppure polemiche su gronda e tunnel vari.
L’insidia questa volta si è nascosta nel comunissimo trasporto regionale di un un giorno ligure che sarebbe dovuto trascorrere nella quasi totale indifferenza dei media, dopo il colpo allo stomaco dell’anniversario della caduta di ponte Morandi che ha commosso il mondo intero soprattutto per la dignità e il dolore composto dei parenti delle 43 vittime. Ieri sera guardavo la striscia delle notizie che scorre sotto un tg nazionale, e ho notato che si citava la Liguria: con un motto d’orgoglio, che credo colga quasi tutti i compagni della stessa Terra, quando la vedono citata nei media nazionali, incuriosita mi avvicino allo schermo e noto che il motivo sono i tanti treni cancellati per mancanza di personale.
Amarezza e quasi vergogna, ho provato, perché ci si sforza di servire la Liguria su un piatto d’oro a livello turistico ma poi riscontri con le immagini di turisti sotto il sole assiepati ad aspettare un treno che non arriverà (e morirei dalla voglia di sapere quale annuncio sia stato fatto agli altoparlanti nelle stazioni, forse “treno cancellato per mancanza di materiale - non rotabile, come viene detto di consueto - ma umano”!
Oppure avranno detto come talvolta accade soprattutto ai treni per Arquata Scrivia (una delle linee più sfortunate secondo la casistica raccolta nei miei quasi 25 anni di pendolarismo) semplicemente “il treno oggi non verrà effettuato, ci scusiamo per il disagio”. Basta così. La Regione si è giustamente affrettata a minacciare multe, Trenitalia è corsa ai ripari annunciando bus sostitutivi (dopo che era scoppiato il caso primo fra tutti sul nostro sito Internet).
Anche stamani il Corriere della Sera on Line citava la Liguria per la stessa storia. Evviva, si fa per dire. A pagare per ora sono stati i turisti ma ancora prima i pendolari, quelli che viaggiano e lavorano anche in estate, anche il 16 agosto, tra impianti di aria condizionata difettosi che fanno gocciolare acqua sui sedili, tra carrozze sotto zero e carrozze bollenti con i finestrini bloccati. Nelle cittadine delle riviere da Levante a Ponente, affollate di turisti, le locandine dei giornali mettevano ovviamente in vetrina della notizia tra gli occhi attenti dei passanti.
Che altro aggiungere, se non che “grazie” a Trenitalia questa è stata la pubblicità delle ultime ore per la nostra cara Liguria. Sarebbe stato almeno più poetico leggere quello che è successo l’altro giorno, quando la linea tra Sestri Levante e Chiavari è stata interrotta per oltre mezz’ora a causa di, ascoltate bene, un aquilone incastrato sui fili della ferrovia: lo ha detto un controllore ai pendolari fermi in treno, e così la riportiamo. Almeno ci sarebbe scappato un sorriso.
cronaca
Quando la Liguria fa notizia sui media nazionali... "grazie" a Trenitalia
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