I tre governatori del Nord Ovest come i tre tenori, con un'unica voce. Il ligure Giovanni Toti, il piemontese Alberto Cirio e il lombardo Attilio Fontana aspetteranno fino a fine anno per avere una legge quadro sull'autonomia, "ma se questo passaggio finirà per svuotare il dossier di contenuti, noi non lo accetteremo". La conferma arriva dalle parole del governatore Cirio. Al centro della questione le dichiarazioni di Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali e le autonomie.
Il ministro "ha chiesto un periodo per approfondire la materia e credo sia giusto riconoscerglielo. Dico però che le Regioni si stanno già muovendo", replica Cirio senza esitazioni. "Sulle infrastrutture con Liguria e Lombardia vogliamo dialogare con l'Europa come macroarea. Entro l'anno per la prima volta avremo 50 borse di studio per medici specializzandi pagate con risorse del Piemonte e destinate a formare professionisti che si impegnino poi a restare sul territorio per 5 anni dopo la specializzazione".
Il 9 agosto è stata approvata una delibera di Giunta per definire la proposta del Piemonte sull'autonomia, "che prevede di coprire le 23 competenze e aggiunge funzioni", dalla ricerca e innovazione alla gestione del personale scolastico e la difesa del suolo e il dissesto idrogeologico. Si punta a chiudere una pre-intesa con il ministero "entro la fine dell'anno per allinearci alle altre regioni". L'autonomia "che vogliamo va di pari passo con rispetto dell'unità nazionale e solidarietà tra le regioni, è un discorso che ho voluto ribadire anche al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita a Torino pochi giorni fa".
Di fatto Cirio ha proseguito il ragionamento fatto da Toti un paio di giorni prima a Roma al Festival delle città, nel corso di un dibattito al quale ha partecipato, tra gli altri, anche il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia. "La Liguria è tra le regioni che ha chiesto un percorso di Autonomia 'timido', moderato, su cinque, sei materie, alcune però molto importanti per noi e per il governo centrale, perché il sistema portuale ligure riguarda il 50% delle merci in entrata e in uscita in Italia", ha sottolineato Toti.
Il governatore ligure ha snocciolato anche alcuni dati precisi. "Vale 5,5 miliardi tra iva e accise. Non pretendo che il valore aggiunto resti tutto in Liguria, però credo che quel sistema portuale che incide sulla vita di 1,6 milioni di liguri e dà un contributo così consistente al Paese debba avere voce in capitolo. Basta copiare: Amburgo, Anversa, Rotterdam, tutti i porti più efficienti del mondo hanno sostanzialmente governance municipali o di lander o di province, non hanno governance nazionali", ha concluso.
Tra i tre governatori, il più tranchant è sicuramente il lombardo Attilio Fontana. Se l'iter sull'Autonomia iniziato con il premier Gentiloni venisse bloccato "agiremo di conseguenza. Faremo da soli una nostra legge regionale sulla scuola. Partiremo da qui. E' inconcepibile che non possiamo tutelare la continuita' scolastica dei nostri ragazzi", ha detto Fontana. L'intesa "c'era, ed era stata firmata da Lombardia, Veneto e Emilia Romagna con il governo Gentiloni. Ci dica allora, il confuso Pd, che non è d'accordo con l'ex premier del suo partito".
L'Autonomia è "una riforma a costo zero, che sposta le competenze dallo Stato alle Regioni", prosegue Fontana. L'idea che possa arrivare "solo dopo un riequilibrio Nord-Sud non ha senso, sono due cose che possono convivere perché non si tolgono risorse al Sud". Sull'intenzione di Boccia di procedere con una legge approvata e emendabile dal Parlamento, Fontana dice: "Non ha senso, cosa c'entra il Parlamento? E' un organo terzo. L'intesa é stata fatta tra le Regioni e il Governo, con gli emendamenti potrebbe venire fuori una cosa diversa. Il Parlamento dica si o no, ma non entri nel merito", ha chiosato il governatore lombardo.
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Autonomia, asse Liguria-Piemonte-Lombardia. Cirio: "Dialogo con Ue come macroarea"
Toti dà i numeri sul valore delle materie richieste
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